Il suo slogan elettorale è «poca teoria, molta pratica» e in effetti sta mantenendo l’impegno, almeno per la prima metà dell’opera: di teoria, la carinissima Maruska Piredda, ne ha davvero poca. In compenso ha il sorriso ammaliante e il volto telegenico, quanto basta per diventare una «dipietrina», le «veline» nelle liste Idv. Lei, ex hostess Alitalia con maturità linguistica, sindacalista settore volo, breve parentesi di contestatrice pro-precari e anti-governo, quindi aspirante concorrente di reality, insomma un curriculum politico pari a zero (ma una urlatrice dipietrista in erba), è piombata per editto di Tonino tra gli eletti sicuri in Liguria, in caso di vittoria della coalizione Pd-Idv-Udc-etc che sostiene Burlando.
Un premio al nulla (politico), un posto blindato per l’improvvisazione pura ma di bella presenza, uno scranno in consiglio regionale per una che della Liguria ne sa quanto un cittadino di Lipsia, forse meno. Conoscenza generale del territorio? «Frequento la Liguria prevalentemente nel periodo estivo, Varazze in particolare. Conosco bene Genova». Abitanti, più o meno? «Non lo so (ride, ndr)». Le quattro provincie liguri, almeno? «Quelle le so (ma non le dice, ndr), ma se questa è un’interrogazione stile elementari...». Finita lì, nemmeno le risposte minime all’intervista del Secolo XIX, quotidiano di Genova che giustamente ha voluto sondare la preparazione dell’aspirante consigliere regionale. Ma niente, il test di geografia da licenza elementare era uno scoglio troppo grande per l’ex hostess, uno scoglio tipo quelli di Varazze.
Per le domande più difficili, ripassare tra qualche mese, ore pasti. Il Terzo Valico? «So qualcosa del progetto, ma non abbastanza per pronunciarmi». Il problema del tratto autostradale della Gronda, intorno a Genova? «Ne saprò di più lunedì, dopo l’incontro con i referenti locali». Del resto fino al giorno prima era candidata in Lombardia, sempre nel listino del presidente, quello con i posti blindati, e si presume fosse preparatissima sui laghi lombardi e sugli affluenti del fiume Po. Ma poi il cambio in corsa, poiché lì aveva poche chances di essere eletta, e oplà, il week end lo ha passato nel listino della Liguria, che gode di clima migliore, elezione probabile e vista mare. Normale che così, in prima battuta, magari le sfugga il nome di quel mare.
L’importante è che ripeta le parole d’ordine del dipietrismo dogmatico, il resto sono orpelli di cui si può fare a meno. Maruska è così allineata al leader (che poi contraccambia la fedeltà catapultandola nelle liste, prime alle europee ora alle regionali) che sul suo sito, quando deve produrre un commento politico, riporta direttamente i video del capo, aggiungendo solo un breve pensierino, tipo: «Legittimo impedimento, si commenta da solo...». È insomma il simbolo involontario della deriva dipietrista: l’importante è fare chiasso, contestare, meglio se in tv (per questa è preferibile nelle donne l’appeal estetico), sbraitare contro il governo e contro la politica, salvo poi beccarsene tutti i privilegi.
Così, e con la fotogenìa come criterio di selezione politica (ma non è quello che Di Pietro rimprovera al Pdl?), Maruska si è guadagnata il favore dei vertici, ovvero del leader e del suo plenipotenziario locale, l’onorevole Giovanni Paladini, coordinatore ligure Idv. Paladini ha già creato dissapori nel partito per aver sponsorizzato un’altra bella presenza, Marylin Fusco, sua compagna, già fatta capogruppo al Comune di Genova, già candidata alle europee e adesso in corsa per la Regione, con una prenotazione per la vicepresidenza. E ora l’Idv ligure gli sta saltando al collo, con i coordinatori provinciali e dirigenti vari che minacciano di andarsene, per via dell’ex hostess scelta al posto loro per quell’ambito posto.
La geografia non sarà il suo forte, e infatti nel curriculum, alla voce «Hobbies, arte e sport», si dichiara «appassionata di storia antica e moderna». Eppure Maruska sembra avere delle grosse lacune persino nella ricostruzione della sua recentissima biografia. Dice di non aver mai votato Berlusconi («Non lo voterei mai. Sono orgogliosa di essere giustizialista»), eppure un anno e mezzo fa sosteneva l’esatto contrario: «Io l’ho votato, a Berlusconi». Era subito dopo la pubblicazione della famosa foto coi pugni alzati e il foulard, nuova paladina dei precari che protestava per un contratto da 2500 euro al mese. Alla fine, nel duello con l’altra ex hostess, la Martani, ha vinto lei. È vero che l’altra è entrata al Grande Fratello, mentre Maruska è stata esclusa dai selezionatori.
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