(...) che ha unidea delleconomia diametralmente opposta alla sua. Divergenze parallele dimostrabili già con una delle primissime battute di Burlando, a pagina 3 di 18 del suo intervento: «Le politiche pubbliche devono spingere per una strutturale redistribuzione della ricchezza». Ma mentre un liberale come il professor Pittaluga cercava di sforzarsi di associare la citazione al «Capitale» di Marx o al «Libretto rosso» di Mao, il governatore lo coglieva subito in contropiede. Pochi capoversi e il discorso presidenziale, a proposito della crisi in atto e delle contromisure da adottare, continuava così: «Sorprende per il suo anacronismo il continuo richiamo, che ci giunge ogni giorno dai teleschermi, a non abbassare la soglia dei consumi, anzi a consumare di più». Impossibile per lassessore cambiare al volo il suo intervento che, sempre a proposito di soluzioni, di lì a pochi minuti avrebbe detto che «da un lato si tratta di sostenere la domanda aggregata, dallaltro di attenuare i costi della crisi per le fasce più esposte». Cioè Burlando contestava il presidente del consiglio che invita a non farsi intimorire e a sostenere leconomia reale non riducendo i consumi, mentre lassessore riconosceva la necessità di sostenere i consumi stessi.
Mica finita lì. Perché cè da dire del governo. Burlando lo attacca perché indeciso a sbloccare i fondi per le aree sottosviluppate, Pittaluga lo invita a non cadere in logiche di bandiera e ad aiutare le regioni, anche se rosse. Soprattutto però Burlando boccia il Berlusconi anti-crisi: «Si fa sempre più strada una certezza: non siamo di fronte a una normale turbolenza economica ciclica, rispetto alla quale sono sufficienti i pur necessari interventi anticiclici». Cioè, quel che si è fatto non basta. Ecco Pittaluga, dieci minuti più tardi: «Quanto appreso dagli errori commessi ha consentito ai governi dei principali Paesi industrializzati di porre in atto adeguate misure di contrasto rispetto a un approfondimento e a un allargamento della crisi. Grazie a queste misure la crisi nei suoi risvolti prettamente finanziari appare sostanzialmente superata». Burlando al contrario. Non basta una sola, occasionale spruzzata di «fini redistributivi» (peraltro non della ricchezza, ma eventualmente del reddito, ndr) a cambiare un intero discorso di animo liberale.
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