In "Masquerade" brilla Laura Morante

L'attrice nel cast diretto da Bedos: "Ma fatico a restare dentro un ruolo"

In "Masquerade" brilla Laura Morante

«La Costa Azzurra è un posto soleggiato per gente ombrosa». Inizia con questa suggestiva frase del britannico William Somerset Maugham il nuovo film del francese Nicolas Bedos, Masquerade, dal 21 dicembre al cinema con un cast d'Oltralpe sontuoso Pierre Niney, Isabelle Adjani, François Cluzet, Marine Vacth, Emmanuelle Devos e un'interprete italiana d'eccezione come Laura Morante.

Siamo appunto in una splendida villa in Costa Azzurra dove Adrien (Pierre Niney), ex ballerino che ha dovuto lasciare la danza per un incidente, vive mantenuto da Martha (Isabelle Adjani) star del cinema con qualche anno sulle spalle. Durante una delle sue feste per rinverdire i fasti del passato, mentre ora tutti sono un po' sul viale del tramonto, psichico e morale, il suo «toy boy» conosce la giovane e suadente Margot (Marine Vacth) ed è colpo di fulmine. Insieme fantasticano su di un'altra vita e scelgono la via della truffa in cui avrà un ruolo anche la Giulia (Laura Morante).

Ma, proprio come allude il titolo del film, potrebbe essere tutta una «mascherata» in cui nulla è come sembra: «Io non sono tanto brava a portare maschere, non mi riesce stare dentro un ruolo e spesso mi scontro», dice Laura Morante che ultimamente si è confrontata con i direttori dei festival di Roma e di Torino perché, si accalora, «non hanno voluto proiettare un documentario su Julian Assange», una causa a cui lei tiene molto, «una battaglia doverosa e cruciale, si tratta di libertà di stampa, e se gli Stati Uniti ottengono la sua estradizione dal Regno Unito, con l'accusa assurda di spionaggio, lui rischia di finire i suoi giorni in carcere».

Per presentare il film è venuta a Roma anche Marine Vacth, attrice trentunenne con un passato da modella che abbiamo ammirato come Fata Turchina in Pinocchio di Matteo Garrone: «Per me è stata

un'esperienza formidabile, la sceneggiatura ha dialoghi ben calibrati e ogni personaggio ha la sua densità. Con il regista, che è anche un attore, è stato tutto molto semplice perché lui sa lasciare lo spazio agli interpreti».

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