Cronache

Massacro di Novi Ligure Erika De Nardo domani lascerà la comunità

Erika De Nardo non ha ancora lasciato la comunità Exodus, nella quale svolge da ottobre attività di volontariato. Lascerà la comunità domani, ma ha chiesto di tornare dopo le feste

Massacro di Novi Ligure Erika De Nardo domani lascerà la comunità

Dopo dieci anni di detenzione, passati in carcere per scontare l'uccisione della madre e del fratello, Erika De Nardo, la Erika di Novi Ligure, avrebbe dovuto lasciare oggi la comunità Exodus di Lonato del Garda, in provincia di Brescia, dopo stava passando gli ultimi mesi della sua pena.

Don Giovanni Mazzi, fondatore di Exodus, ha però annunciato che Erika non lascerà la comunità fino a domani, quando dovrebbe uscire, insieme al padre. Ha però già espresso il desiderio di tornare in comunità dopo le feste, per continuare la sua opera di volontariato. Non è ancora certo se ad accoglierla sarà la stessa comunità bresciana in cui si trovava fino ad oggi o un'altra delle comunità sparse per l'Italia.

Anche Omar Favaro, allora fidanzato di Erika, e suo complice nel duplice omicidio ha finito nel frattempo di scontare la sua pena, abbreviata dall'indulto e dalla buona condotta. Ora vive in Toscana con la sua nuova compagna. La De Nardo lo ha accusato, dalle pagine di Qn-Quotidiano Nazionale di volersi fare pubblicità sfruttando la madre e il fratello morto, chidendogli di "spegnere i riflettori" sulla famiglia.

Erika e Omar avevano ucciso la madre e il fratello di Erika, raccontando però che a compiere il delitto erano stati due albanesi, dopo un tentativo di rapina finito male. La ragazza aveva anche dato identikit molto dettagliati dei due presunti malviventi. I due colpevoli avevano poi dovuto confessare di essere i responsabili dell'omicidio, dopo che gli inquirenti avevano registrato una loro conversazione, nell'anticamera della caserma dei carabinieri di Novi, nella quale ricordavano i momenti del delitto. Nel processo era poi emerso che Omar era stato coinvolto da Erika nel piano per l'uccisione dei due famigliari. La ragazza venne condannata a 16 anni di reclusione, Omar solo a 14. Le pene erano state confermate sia in Appello che in Cassazione.

Erika ha poi scontati 10 anni tra il carcere minorile e una casa di reclusione di Brescia, laureandosi in filosofia durante la  detenzione.

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