Cronache

Massai e Ferraro, eroi che non «valgono»

(...) arrivati suggerimenti e inviti perché venissero ricordati genovesi (o liguri, perché non è che Provincia e Regione siano esenti dalla richiesta di spiegazione, anzi) illustri. E a volte il Comune ha risposto positivamente con i fatti, beccandosi anche complimenti a profusione sempre da queste pagine. Proprio perché i nostri inviti non erano mai pretestuosi. Uno slargo a Enzo Tortora è stato finalmente dedicato, uno spazio per Fabrizio De André lo si è trovato, un giardinetto per ricordare Mario Baistrocchi è saltato fuori. Ne abbiamo dato conto, apprezzando lo sforzo del Comune e di chi ha saputo raccogliere l’invito.
Poi però c’è tutto il resto. Ci sono gli altri genovesi illustri che vengono dimenticati. Che il Giornale prova a far ricordare alle istituzioni, ma che le istituzioni preferiscono continuare a ignorare. L’ultimo caso è quello di Elvezio Massai, il «Santo», il partigiano scomodo, l’eroe della Resistenza colpevole di essere però anticomunista, l’amico inseparabile di Aldo «Bisagno» Gastaldi. Per Massai nessuno ha mai pensato di trovare un posto nel sacrario dei partigiani a Staglieno (oppure nel Pantheon dei genovesi illustri, che pure potrebbe essere un’altra soluzione per dare degna sepoltura al «Santo»), e neppure di ricordarsi di lui nel giorno del funerale.
Così pure ci sono altri cittadini meritevoli di un minimo di attenzione, dei quali le istituzioni se ne fregano apertamente. Fabrizio Quattrocchi, un eroe per tutto il mondo, una medaglia d’oro consegnata alla memoria per volere di Carlo Azeglio Ciampi, non può neppure essere nominato dalle parti di Palazzo Tursi. Probabilmente perché riuscirebbe, per la prima volta, a rendere credibili le sempre più frequenti sparate della sinistra che minaccia di far cadere la giunta. E sempre per restare nell’ambito delle medaglie d’oro, cioè di quei cittadini illustri i cui meriti sono abbondantemente accertati, c’è Luigi Ferraro, eroe di guerra ma poi anche irraggiungibile imprenditore e inventore. Il «padre» della subacquea moderna, l’inventore di maschere e pinne, continua a essere rifiutato dalla «sua» Genova.
La Marina Militare, per espressa disposizione del ministro Ignazio La Russa, sta organizzando una degna celebrazione del suo glorioso incursore. Il consigliere regionale Gianni Plinio è in contatto con il capo di stato maggiore, l’ammiraglio Paolo La Rosa, per trovare un’occasione adeguata a ricordare Ferraro. Gli enti locali invece ignorano l’illustre concittadino, evitando accuratamente di proporre qualsiasi forma di riconoscimento alla famiglia. In questi casi spunta fuori una regola che invece viene dimenticata alla bisogna: sembra infatti che una pubblica via si possa dedicare solo dieci anni dopo la morte della persona da ricordare. O che non ci siano più spazi liberi. Cose che Tursi ricorda a intermittenza. Ferraro, Massai, Quattrocchi, sono eroi che hanno messo a disposizione addirittura la loro vita.

Ma che evidentemente sono troppo scomodi per chi è pronto a prendersi anche i complimenti del Giornale solo quando fa comodo.

Commenti