Roma - Divampa la guerra dei bottoni, quelli del telecomando ovviamente, e senza riferimenti alla celebre pellicola, nonostante l’ombra dello scontro e dei dispetti tra ragazzini. Ma non di ripicca infantile si tratta. Anzi, di guerriglia politica, che dopo un serio braccio di ferro durato una giornata, si conclude con la definizione dello scontro finale: Enrico Mentana annuncia che il match televisivo tra Silvio Berlusconi e Walter Veltroni si terrà venerdì 11 aprile a «Matrix». Tutto deciso? Niente affatto. Pochi minuti e da Canale 5 arriva la precisazione: il duello potrebbe essere «virtuale». Se uno dei due leader dovesse rinunciare al faccia a faccia, saranno registrate e mandate in onda due interviste parallele.
Insomma, sull’etere non si riesce a far coincidere esigenze e tattiche. Già prima dell’annuncio del confronto, si era consumata una sottile battaglia di posizione tra i due contendenti. Veltroni s’era «sfilato» da Porta a porta per oscurare Berlusconi? E il leader del Pdl si è negato In 1/2 ora per non farci andare Veltroni. È la par condicio bellezza! E chi di video colpisce di video perisce.
Dal loft di Veltroni subito s’era alzato un coro di verginelle scandalizzate e sorprese per la contromossa dell’avversario. Chi la fa l’aspetti. Così ieri pomeriggio la Rai aveva annunciato la cancellazione dell’appuntamento di Lucia Annunziata col leader del Pd, domani sulla terza rete, perché dallo staff di Berlusconi era giunta comunicazione formale dell’impossibilità del Cavaliere a partecipare alla stessa trasmissione programmata per il 6 aprile, la domenica successiva. «Impegni elettorali», la motivazione stilata da Paolo Bonaiuti. La stessa con la quale Veltroni s’era rifiutato a Bruno Vespa, per non farci andare Berlusconi. E dallo staff veltroniano si levano gli stessi lamenti uditi la settimana scorsa da quello berlusconiano: «Ripicche infantili».
Dove riposano il pro e il contro dell’uno e dell’altro? All’origine di questo gioco dell’oca fatto di veti incrociati, io sto fermo un giro per bloccarne due a te, c’era l’aspirazione di Veltroni ad incrociar le armi con Berlusconi direttamente in tivù, faccia a faccia. Come i duelli che si erano tenuti nel 2006 tra il Cavaliere e Romano Prodi. Però allora i candidati premier erano soltanto loro due, adesso invece se ne contano una decina, e la par condicio impone gli stessi diritti di presenza televisiva tanto al leader di un partito col 40% quanto al semisconosciuto con lo 0,01%. E ce lo vedete Berlusconi, sorbirsi un faccia a faccia pure con Marco Ferrando, per far felice Veltroni? S’è ovviamente negato, e l’altro si è vendicato impedendogli di far l’ospite da Bruno Vespa, giornalista che si sforza di essere, o di apparire, imparziale. Stando così le cose, perché mai Berlusconi avrebbe dovuto consentire a Veltroni di far l’ospite beato e tranquillo dall’Annunziata, dichiaratamente schierata a sinistra? Ricorderete quella volta che il Cavaliere, ospite proprio dell’Annunziata, se ne andò accusando: «Lei è una violenta, e sta cercando di non farmi dire delle cose. Dovrebbe avere un po’ di vergogna per come si comporta».
In extremis, Umberto Bossi aveva consigliato Berlusconi di andarci, al faccia a faccia con Veltroni: «Se io fossi in lui lo farei, perché adesso siamo alla fine e ci sono gli indecisi da convincere. Se tutti gli indecisi votano a sinistra ci cala la percentuale.
Berlusconi dovrebbe accettare perché sa essere simpatico alla gente; lui risulta simpatico, basta che non parli di donne».Un consiglio che ancora non è chiaro se verrà raccolto dal Cavaliere, poiché per ora solo Veltroni ha confermato il sì al confronto diretto.
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