Un agosto indimenticabile. Basterebbe, per renderlo tale, lo scoop criminal-letterario-giudiziario del quale sono stato edotto in rapida successione da due pagine pubblicate sul Corriere della Sera e sullUnità. Riportate allessenziale, le rivelazioni di cui i lettori hanno avuto contezza sono queste. Enrico Mattei fu vittima dun complotto allinterno della sua creatura industriale, lEni. Pier Paolo Pasolini fu assassinato perché stava indagando su quella vicenda e ne ha lasciato traccia in Petrolio, immane brogliaccio incompiuto, edito postumo.
Le verità finora taciute si annidano in una paginetta dun saggio - in libreria a settembre - che Gianni DElia ha dedicato a Pasolini scrittore, e che indirizza «ai ragazzi del 2001 a Genova». (I ragazzi del 2001, come i ragazzi del 99 che furono mandati nelle trincee della Grande Guerra.) Il feuilleton ha preso impulso, ovviamente, dalle dichiarazioni con cui «Pino la rana», allanagrafe Pelosi, ha avvalorato la tesi dun Pasolini ammazzato per motivi politici, non in uno squallido litigio a sfondo sessuale. Del resto, non appena Pelosi aveva raccontato - senza dar prove, che pare siano un accessorio irrilevante - la sua storiaccia, erano imperversati gli «io lavevo detto»: e Oriana Fallaci, che il delitto di gruppo laveva subito raccontato fra un grandinare di smentite fattuali, aveva assaporato - proprio grazie a Pelosi, la sincerità fatta persona - la sua rivincita. La connessione tra Mattei e Pasolini grazie a Petrolio è stata autenticata dal pm Vincenzo Calia: che a Pavia riprese, in anni recenti, linchiesta sulla fine di Mattei.
Premetto, tanto per essere chiaro, che a questo romanzone granguignolesco non credo nemmeno un po. Ho una certezza personale che corrisponde alle certezze giudiziarie e che non è stata incrinata dai soprassalti di memoria di «Pino la rana»: Pasolini ha perso la vita in un infortunio simile a quelli in cui lhanno persa tanti altri omosessuali. Quanto a Mattei, devo dire che conosco il dott. Calia. Minterrogò - tra una folla daltri testimoni - perché come inviato del Corriere avevo scritto le cronache sulla tragedia di Bascapè. Quando indaga, la Procura - è il suo mestiere - deve credere allesistenza dun crimine. Lo credettero - tra uninfinità di condizionali e di «è compatibile» - anche i periti che, per incarico del dott. Calia, esaminarono i resti dei morti sullaereo di Mattei e i rottami.
Io - so di essere minoritario, e forse isolato - non ho al riguardo certezze: ma ho la convinzione che il Morane Saulnier di Mattei sia precipitato per incidente (come stabilito da tutte le precedenti inchieste). Vi fu esplosione a bordo? Se sì, doveva essere spiegato come mai laereo si sia conficcato quasi integro al suolo. Per superare la difficoltà è stata avanzata lidea che gli attentatori abbiano posto a bordo non una forte carica ma un pizzico di esplosivo, sufficiente per stordire il pilota. Sarà.
Pare, da quanto ho letto, che forse il dottor Calia, di sicuro Gianni DElia - seguendo la traccia di Petrolio - considerino Eugenio Cefis il più probabile mandante dellattentato a Mattei, e di conseguenza il più probabile mandante dellagguato a Pasolini. Peccato che Cefis sia morto lanno scorso. Forse era meglio contestarglieli prima, questi sospetti. Invece lunico incriminato a Pavia fu il povero contadino Mario Ronchi, proprietario del campo sul quale era caduto il bireattore. Gli si imputava il favoreggiamento per aver cambiato versione su ciò che aveva visto, e per averlo fatto dopo un incontro con funzionari dellEni. Nessuno dei quali fu tuttavia indagato. Si può anche essere - stabilì dottamente la giustizia - favoreggiatori in pro di ignoti. Sarà. Poi lincriminazione di Mario Ronchi fu lasciata cadere, poco prima che anche lui morisse, per un residuo d buon senso.
Dunque. Grazie a Petrolio si sa chi fu mandante del sabotaggio e chi, per far tacere Pasolini, assoldò «Pino la rana» e altri. Il nome cè. Il nome dun morto, che fino allo scorso anno era però vivo. Ma da vivo, a quanto pare, interessava meno. Due omicidi, cosa sarà mai? Data per irrefutabile lipotesi del sabotaggio, ci si è sbizzarriti - per Mattei - nellindicare colpevoli. Il professor Nico Perrone li vede allestero, stranieri, DElia li vede italiani, lavvocato Guido Calvi invoca unindagine - e dai! - sia sul caso Mattei sia sul caso Pasolini. Che strano. Pavia archivia la sua inchiesta, con Cefis vivo, perché ritiene che non vi siano elementi per proseguirla, Pino Pelosi tace per trentanni, e adesso allimprovviso tutti si svegliano. Inchiesta. Apriamo il fascicolo.
Mattei, Pasolini e le memorie sporche di «Petrolio»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.