ViareggioUna garbata polemica con il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture, gentleman sì ma toscano doc, non le manda a dire: «Ho assistito allintervento della signora Marcegaglia - ha detto - Accetto lattacco al governo. Ma non posso accettare che la colpa dei ritardi che bloccano le infrastrutture venga imputata allesecutivo. È inammissibile che tutte, proprio tutte le gare dappalto vengano impugnate davanti al Tar dalle imprese che arrivano seconde e terze. Evidentemente cè qualcosa che non funziona. Più che un intervento davanti a unassemblea di imprenditori mi è sembrato di assistere al congresso di un partito politico».
Matteoli, rivolto alla platea degli imprenditori nautici, è rientrato subito nel tema della giornata: «Ucina - ha aggiunto - ci ha chiesto 7 punti fondamentali. Oggi 5 di queste richieste sono state esaudite. Questo è lo stato dellarte. Ma voglio chiedervi: la penisola Italia ha espresso tutte le sue potenzialità? A mio avviso no! Soprattutto nella nautica. Pensiamo alla Toscana che non aveva un porto turistico. Poi sono arrivati Scarlino e Cecina mentre per Talamona siamo al bando di gara, così come per Viareggio e Massa. E a Fiumicino nasce il porto più grande dEuropa».
Prima di Matteoli, il senatore Luigi Grillo, presidente dellVIII Commissione di Palazzo Madama, aveva commentato le norme sulla nautica inserite nel «decreto sviluppo» partendo, tuttavia, dai primi interventi del governo Berlusconi 2001-2006. A cominciare dal leasing nautico.
«Certo - ha detto - abbiamo altre cose in cantiere. E le faremo perché vanno fatte, come ad esempio costringere le regioni a dotarsi di un piano per la costa. Basta con le regole diverse: da Portofino alla Sicilia urge uniformità per tutte le marine. E non ci vengano a dire che facciamo da sponda agli speculatori».
Mirata e sintetica la relazione del leader di Confindustria Nautica, Anton Francesco Albertoni. Il quale, anche alla luce degli ultimi dati (+3,9% di fatturato e +7% di ordini nel primo trimestre), vede il bicchiere mezzo pieno.
«Quello che abbiamo ottenuto dal governo - ha detto - non era poi così scontato. Il ministro Matteoli ha condotto una coraggiosa battaglia. È evidente che il dialogo costruttivo con politica e istituzioni paga. Senza andare in corteo, pur rispettando le scelte della nostra presidente Emma Marcegaglia».
Con una situazione ancora difficile e complicata, con un fatturato in crescita ma fortemente sbilanciato verso i paesi extracomunitari (80%), Albertoni va allaffondo: «Dobbiamo pensare al mercato nazionale - un tempo al 55%, oggi al 20% - bloccato soprattutto dal terrore fiscale. Lagenzia francese delle entrate ha dato risposte nette e precise ai nostri omologhi dOltralpe in 60 giorni. Noi stiamo aspettando da oltre un anno una risposta chiara dalla nostra Agenzia delle Entrate. Con tutti i disastri a cui abbiamo assistito. Perché i nostri porti dinverno si svuotano mentre alle Baleari cè il pienone? Perché quei centri sono aperti tutto lanno, con centinaia di aziende di rimessaggio e manutenzione. Quando vedo le barche tedesche ormeggiate alle Baleari, mi vengono i brividi. E tanta rabbia».
Intermezzo con l«inno alla burocrazia» cantato da Loredana Capone, soprano di Niki Vendola alla Regione Puglia, tra laltro «preoccupata per la mancanza di strategie politiche per la nautica perché le imprese non hanno piani industriali... e perché non esiste una politica nazionale per lenergia». Ma dove vive?
Ritorno al concreto con il saluto-promessa di Matteoli: «Presto - ha concluso - coinvolgerò il mio dicastero nelle questioni che non sono ancora state prese in considerazione. Poi tenterò di tirare la giacchetta a Tremonti...».
Nel corso dellassemblea privata dei soci è stato firmato un accordo quadro con Rina (Registro Navale Italiano) e Simest (la finanziaria del ministero dello Sviluppo) per promuovere linternazionalizzazione della nautica, facilitando le aziende italiane interessate allo sviluppo di progetti allestero, insediamenti produttivi compresi.
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