Alla Maturità la farsa del 99 per cento

Alla Maturità la farsa del 99 per cento

Marcello D’Orta

Fra qualche giorno inizieranno gli esami di maturità, e già vi posso assicurare che sono stati tutti promossi. Mi domanderete: «E tu chi sei per dire questo, Elia, Amos o Geremia?». No, signori, non è questione d’essere profeti, è che la percentuale dei maturandi che supera gli esami è di circa il 99 per cento, e bisogna davvero essere speciali per far parte di quell’1 per cento.
Ciò nonostante, gli «esperti» sono prodighi di consigli per gli studenti, perché di sicuro - come suol dirsi - c’è solo la morte. Contro lo stress da esami, neuropsichiatri e farmacisti consigliano l’eleutherococco. È stata infatti comparata l’ansia degli astronauti con quella degli studenti alle prese con gli esami, e sono state riscontrate notevoli affinità. Per entrambi i soggetti, il «conto alla rovescia» è un momento vissuto prima con generica stanchezza, poi via via con ansietà, svogliatezza, difficoltà di concentrazione. Negli anni Sessanta, con l’inizio dell’era spaziale, russi e americani cominciarono a studiare gli effetti di una pianta che la medicina tradizionale cinese conosceva da più di 4mila anni (i cinesi arrivano sempre prima di tutti): l’Eleutherococcus Senticosus. I cosmonauti, prima di salutare col fazzoletto parenti e amici e salire sul razzo, se ne fecero una pancia, e al rientro dichiararono di aver volato nel blu dipinto di blu senza preoccupazioni. Per la sua capacità di «adattogeno» alle situazioni stressanti, l’eleutherococco è dunque consigliato agli esaminandi.
Altri esperti in materia sono gli stilisti. Siccome in psicologia è dimostrato il collegamento tra colori e stati d’animo, sarti, modiste, discepoli di Armani e Valentino sconsigliano capi d’abbigliamento in rosso, perché questa tinta innervosisce, molto meglio il verde, considerato «rassicurante», e il celeste, che «tranquillizza». Il nero è da usare dopo bocciati.
Scendono in campo anche gli psicoterapeuti, gli yogi, gli indù, e quanti conoscono i benefici di una corretta respirazione (io respiro una schifezza, come un tricheco). Queste le regole principali: 1. Assumere una posizione comoda e controllare che nessun muscolo del corpo rimanga teso. 2. Il torace deve essere completamente espanso, le spalle abbassate e fatte ricadere indietro. 3. Effettuare lunghe inspirazioni col naso e quindi trattenere l’aria per qualche istante. 4. Espirare a bocca socchiusa, controllare la regolarità e la lentezza del ritmo cardiaco. Poi c’è il dietologo, che consiglia: mangiare poco e spesso, non esagerare con il caffè, ma acqua a volontà. Attenzione agli alcolici, rischiereste di confondere Garibaldi con Alì Babà.
Per la prova scritta, ecco i consigli dei periti: dedicare la prima mezz’ora all’analisi del titolo (ve ne sono di così lunghi che includono già lo svolgimento); dedicare la seconda mezz’ora all’elencazione delle idee e al fantasticare (cosiddetto «brainstorming»); dedicare la terza mezz’ora alla disposizione in sequenza degli argomenti (la famosa «scaletta»); stendere il testo definitivo nell’arco di due ore; un’ora per ricopiare in bello stile; mezz’ora per la rilettura e la correzione finale. Anche la teologia dice la sua. San Giuseppe da Copertino (il santo che volava) è il protettore degli esaminandi (a scuola andava una schifezza) e a lui è dedicata la «Preghiera dello studente in prossimità degli esami» (non dispongo di spazio sufficiente per riportarla).
Pensierino della sera: così com’è, l’esame di maturità è una farsa. Tanto vale abolirlo.

Oppure, che si facciano le cose sul serio. E le cose sul serio non si fanno promuovendo tutti. Il ’68 è morto e sepolto, per grazia di Dio, ma il «sei politico» (nelle sue varie forme) è vivo e vegeto. E arreca più danni del raduno di Woodstock.

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