Roma - Per Riccardo Riccò potrebbe essere vicina la fine della sua carriera da ciclista. La procura antidoping del Coni ha chiesto per lui una squalifica di 12 anni. E ha deferito il ciclista al tribunale nazionale antidoping per violazione del codice mondiale antidoping della Wada, "sulla base degli atti trasmessi dalla procura della Repubblica di Modena con richiesta di squalifica per anni dodici, attesa la seconda violazione della normativa antidoping".
Tutto era cominciato lo scorso febbraio quando Riccò veniva ricoverato per un malore in ospedale. Al medico che lo ha curato aveva confessato di aver fatto un'emotrasfusione in casa dopo aver tenuto il sangue conservato nel frigorifero. Dopo questo episodio era stato licenziato dal suo team, la Vacansoleil.
Riccò aveva già subito una squalifica dopo essere stato trovato positivo al Cera in un controllo antidoping nel corso del Tour de France del 2008. Infatti il 17 luglio 2008, al ritrovo di partenza della dodicesima tappa Lavelanet-Narbonne, la gendarmeria francese gli ha notificato una positività al Cera (EPO di terza generazione), rintracciata nelle sue urine al termine della cronometro di Cholet, che lo ha costretto a lasciare la corsa. Anche in quel caso la sua squadra, la Saunier Duval, dopo aver ritirato dalla Grande Boucle tutti i suoi corridori, lo ha lincenziato. Il 2 ottobre 2008, arriva la squalifica per due anni.
Successivamente riconosciuta la sua
collaborazione alle indagini, Riccò ha avuto uno sconto di pena, con la squalifica che è scesa a 20 mesi. Adesso però non ci sarà nessuno sconto. Ora Riccò rischia di dire addio alla sua più grande passione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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