La Mazda Mx 5 si trasforma in coupé-cabriolet

da Sölden

Diciotto anni fa sembrava una scommessa, adesso ha raggiunto le 800mila unità prodotte. Si chiamava Miata, nel 1989, quando debuttò sul mercato Usa a cui sembrava destinata in esclusiva, ma la sigla di progetto era Mx-5, quella con la quale ha poi varcato gli oceani.
Parliamo del roadster Mazda che è entrato da tempo nel Guinness dei primati come la vettura più prodotta di questo tipo. Al di là dei record, il grande merito di questa straordinaria auto è quello di avere generato lo spirito «zoom zoom» che ha spinto il costruttore nipponico a fare il grande balzo (Big Jump, una parola d’ordine tra gli uomini della casa di Hiroshima) sui mercati di tutto il mondo. Anche in Italia, dove la filiale, guidata da Carlo Simongini, ha fatto registrare negli ultimi anni una crescita che l’ha portata a immatricolare, nel 2006, oltre 22mila unità, pari a quell’1% del mercato che era negli ambiziosi obiettivi del marchio. Anche il mito ha dovuto fare recentemente una concessione alla prepotente richiesta di coupé-cabrio con la Mx 5 Roadster Coupé con tetto retrattile. Ma con lo spirito Mazda: soltanto 12 secondi per aprire e ripiegare elettricamente il tettuccio dietro ai due sedili e vano di carico che non subisce alcuna diminuzione del volume (la capacità di 150 litri resta incredibile per la categoria).

Immutato è il piacere di guida rispetto alla classica versione con la capote in tessuto, disponibile per i puristi delle roadster, anche perché non cambiano le motorizzazioni, a benzina, 1.8 da 126 cv (cambio manuale a 5 marce) e 2.0 da 160 vv, con cambio a 6 marce. Due allestimenti, Wind e Fire, con prezzi che, combinati con i propulsori, vanno da 25.600 a 29.600 euro.

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