Ore 14,59. Walter Mazzarri attraversa il prato del Luigi Ferraris e tutti gli occhi sono puntati su di lui. C'è la partita, anche gradevole, persino bella nonostante un campionato ormai chiuso, ma ad interessare è soprattutto l'accoglienza dei tifosi della Sampdoria nei confronti del loro allenatore, che ha offerto grande calcio ma che ha anche inaspettatamente parlato di divorzio. Chi spera di avere la notizia nei primi minuti viene deluso: nessun fischio, nessun applauso. Poi il match tra Sampdoria e Juventus inizia con tutti i suoi sussulti: Mazzarri fa il suo dovere di allenatore, si toglie la giacca e rimane in camicia subito dopo il gol di Del Piero, intanto tutti i cori sono solo per Campagnaro e Palombo. Nessuna festa, ma anche nessun malumore, bisogna aspettare. La ripresa scorre via tra grandi giocate e qualche sbavatura difensiva: non c'è tempo per pensare a Mazzarri che intanto freme dalla panchina, la partita regala sei gol, tre rigori e uno spettacolo da brividi. Così si arriva al novantesimo e il momento è quello giusto per gli applausi, dopo il carosello partito in mattinata da piazza De Ferrari e arrivato a Marassi per festeggiare la grande stagione e l'Europa della Sampdoria. La squadra dopo il terzo tempo si ferma a centrocampo ma Mazzarri sfila via. La squadra lo recupera da tunnel e con i giocatori, con la bandiera dell'Europa in mano, va a salutare la Gradinata Sud. I tifosi applaudono la bella stagione e battono le mani allallenatore su invito di cassano. Poi Mazzarri sfila sotto la tribuna che si alza in piedi per applaudirlo. Tutto senza particolari accenti.
Ma la pace scoppia negli spogliatoi: «Da parte mia sono ottimista, credo non dovrebbero esserci particolari problemi - dice Mazzarri- ci incontreremo la prossima settimana per programmare il futuro. Ho parlato di progetto perché so che non sarà facile ripetere questa grande stagione.
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