Trentadue anni fa, Alberto Maccari, reggente del tg1, aveva la stessa età di adesso. Me lo ricordo, io ragazzo e lui già sessantenne, nella redazione del quotidiano economico Il Fiorino; serio e compito, sembrava un bancario più che un giornalista. Più che articoli scriveva bonifici. Erano in tre a fare Il Fiorino e questo spiega perché a trent'anni Maccari avesse già trent'anni d'anzianità.
Il Rag. Maccari è la perfetta proiezione di Monti in Rai. La sua stabilità anagrafica da svariati decenni è il suo requisito migliore per il tg1, la sua provenienza economica rispecchia il governo dei tecnici. Ciò nonostante, il povero Maccari è crocifisso. Dopo aver massacrato per anni Minzolini ti aspetti che il nuovo arrivato sia trattato come un liberatore. Macché, massacrano pure lui che è così cauto, incolpevole e incolore. Il linciaggio fa parte dei fringe benefits dell'azienda ai suoi direttori.
Da anni i giornali titolano «bufera sulla Rai». Chi è ai vertici della Rai è sempre raffigurato come Napoleone nella campagna di Russia, in ritirata. Dopo tre giorni di rallegramenti per la nomina passa tre anni di nomination: via, fuori, cacciatelo. Ogni vertice tocca sempre il fondo ed è il peggiore in assoluto. Ora tocca alla povera Lorenza Lei e al ragionier Maccari.
Dal linciaggio si salvano solo i nominati dalla sinistra. Allora io dico: visto l'andazzo, se qualcuno non di sinistra vuol nominarvi direttore in Rai, voi non limitatevi a rifiutare. Menatelo e poi denunciatelo per tentata truffa, estorsione e diffamazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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