Media cattolici, Bertone: "Non devono schierarsi" Famiglia cristiana trema

Dopo mesi di polemiche il segretario di Stato Vaticano ammonisce i media vicini alla Chiesa: "Non ospitate interessi settari, che siano politici o economici". Messaggio indiretto a don Sciortino

Media cattolici, Bertone: 
"Non devono schierarsi" 
Famiglia cristiana trema

La stampa cattolica non deve mai essere «di parte» e dare spazio a «interessi politici». Lo ha detto ieri mattina il cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, durante l’omelia della messa celebrata in San Pietro per il congresso della stampa cattolica che si tiene a Roma. Quello del «primo ministro» di Papa Ratzinger è un invito a volare alto, a non farsi intrappolare in certe polemiche, a non servire altro interesse che non sia la verità.

Bertone ha invitato i media cattolici a non «cedere alla tentazione, purtroppo sempre presente, di dare spazio a interessi di parte o settari - politici, economici o persino religiosi - per servire senza tradimenti soltanto quello che Manzoni chiamò “il santo vero”, la verità». Il cardinale ha continuato: «È a voi ben noto che i media non sono mai del tutto mezzi “neutri”. Sono al contempo mezzo e messaggio, generando una nuova cultura; pertanto i responsabili dei processi comunicativi, come ha osservato Benedetto XVI in occasione della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali dello scorso anno, sono chiamati a promuovere una cultura di rispetto per la dignità e il valore della persona umana. È questa una delle strade nelle quali la Chiesa è chiamata ad esercitare una diaconia della cultura».

Ma i mezzi di comunicazione cattolici hanno un compito ancora più importante. «Grande è la loro responsabilità nei diversi Paesi», ha spiegato il Segretario di Stato. Certo, «come gli altri, sono chiamati a informare e formare, ma con il compito di contribuire all’annuncio di Cristo e all’apertura delle società a Dio». Dunque devono dare il loro contributo come mezzi di comunicazione. Ma non soltanto. Essi hanno, infatti, ha detto ancora il cardinale, il compito di mostrare «la plausibilità del rapporto che lega ragione e fede in un confronto rispettoso e chiaro con le diverse posizioni presenti nel dibattito pubblico».

L’opera dei giornalisti cattolici, ha aggiunto Bertone, «attraverso l’inculturazione del Vangelo dentro il linguaggio giornalistico, tende a rendere i media più capaci di trasmettere e lasciare trasparire il messaggio evangelico. La vostra propria modalità di comunicare il Vangelo risponde ad un’urgente esigenza della fede oggi: l’esigenza che essa sia sempre più una fede pensata, per diventare chiave interpretativa e criterio valutativo di ciò che accade».

Proprio per questo, il principale collaboratore di Benedetto XVI, che oggi riceverà i congressisti, ha insistito sul fatto che i media cattolici non devono cedere alla tentazione di dare spazio «a interessi di parte o settari, politici, economici o persino religiosi». Un richiamo a tutto campo, rivolto alla stampa cattolica di ogni Paese, ma che ha il suo peso anche in Italia, dove di recente non sono mancate le polemiche per alcune prese di posizioni particolarmente forti e provocatorie, prese ad esempio da Famiglia cristiana, e dove è cresciuto esponenzialmente il numero di siti web e blog cattolici fortemente caratterizzati.

Quello dei media cattolici è dunque un compito grande, se si tiene anche conto «della povertà delle risorse disponibili. Ma proprio questa condizione fa parte dello stile con cui il Regno di Dio si fa strada. La vostra ricchezza e forza è nel Vangelo che comunicate, il vostro sostegno è Dio. Fategli spazio».

Nell’omelia, Bertone ha infine ricordato che l’evangelizzazione sta a fondamento di tutta l’opera della

Chiesa e la promozione umana è parte integrante e costitutiva di essa. Ma, ha ammonito «non è però sostitutiva dell’evangelizzazione, né a essa alternativa» perché «nulla si deve anteporre alla proclamazione del Vangelo».

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