Mediaset non può essere obbligata a fornire spazi pubblicitari a Sky Italia. A deciderlo è stata la prima sezione civile del Tribunale di Milano che ha emesso una ordinanza con cui sono state respinte le richieste dellemittente satellitare. «Sky aveva chiesto al Tribunale di Milano di obbligare Mediaset a fornire spazi pubblicitari allemittente satellitare, interpretando in tal senso una precedente ordinanza emessa il 26 ottobre 2009 - si legge in una nota della società di Cologno Monzese -. Il Tribunale di Milano, per via del giudice designato, Oriana Stefania Micciché, ha respinto le domande di Sky affermando, tra le altre cose, che un ordine di questo tipo costituirebbe una «inammissibile ingerenza del giudice nella sfera riservata alla libera contrattazione delle parti». Infine, avverte lordinanza, «linottemperanza del provvedimento cautelare avrà un suo specifico rilievo nel giudizio ordinario di risarcimento del danno».
Per Mediaset lordinanza impone a Sky di «prendere atto che i Tribunali non sono luoghi dove si conducono trattative commerciali e dove una parte, in assenza di contratto, può imporre allaltra richieste unilaterali. Lordinanza emessa conferma una volta di più, e in modo autorevolissimo, che Mediaset ha sempre operato secondo la prassi naturale delle trattative commerciali nei confronti di tutti i suoi partner pubblicitari, Sky compresa». Sul fronte Sky è stato espresso «rammarico» per la decisione del tribunale di Milano. E Tom Mockridge, amministratore delegato di News Corporation Stations Europe, annuncia limpegno a porre la questione della concorrenza nel mercato tv italiano «allattenzione delle Autorità competenti, a partire dalla Commissione Europea. Prendo atto che, in Italia, unazienda che controlla più dell85% degli spazi pubblicitaria sulla televisione commerciale, può, di fatto, rifiutarsi di trasmettere le campagne di uno dei suoi concorrenti senza che vi sia un rimedio efficace».
Forse anche per merito dellordinanza milanese, è stata di Mediaset la maglia rosa della Borsa di Milano: il titolo ha chiuso guadagnando il 4,68% a 5,7 euro per azione, dopo essere balzato di oltre il 5% e avere raggiunto un picco massimo di 5,78 euro, riavvicinandosi ai massimi toccati nelle prime settimane del 2010. Molto vivaci gli scambi, che hanno coinvolto 9,2 milioni di pezzi, pari a circa lo 0,7% del capitale, a fronte di una media di 5,6 milioni registrata nellultimo mese.
Ma a spingere gli acquisiti sul titolo sono stati soprattutto gli analisti di Jp Morgan, che hanno alzato la raccomandazione sul titolo da «neutral» a «overweight», con il prezzo obiettivo che passa da 5,6 euro a 6,6 euro.
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