di Daniela UvaYoga per combattere la depressione, respirazione per dire addio all'ansia, meditazione per far rimanere in salute il cervello. Sono sempre più numerose le tecniche che, abbinate alla medicina tradizionale, aiutano a vivere meglio, coadiuvando le cure contro alcune patologie. Si stima che in Italia siano circa nove milioni le persone che almeno una volta si sono avvicinate alla cosiddetta medicina complementare. Una cifra altissima il 15,6 per cento della popolazione totale che è raddoppiata fra il 1991 e il 1999, per poi raggiungere questa quota negli anni più recenti. I dati sono stati resi noti dall'Istituto superiore di sanità e mettono in rilievo come la stragrande maggioranza dei pazienti che scelgono cure «dolci» siano donne (il 63 per cento), e che quasi la metà abbiano un'età compresa fra 25 e 44 anni (il 41 per cento). Proprio queste cifre da capogiro spesso fanno lanciare l'allarme: in Italia ancora non esiste una regolamentazione di questo settore a parte il caso dell'omeopatia che può essere esercitata solo da medici quindi occorre fare attenzione ai falsi professionisti, che promettono miracoli ma possono creare seri danni. «Qualcuno vende queste pratiche come miracolose, in certi casi sono offerte da gruppi particolari come sette o santoni molto pericolosi. Per questo bisogna diffidare da chi le presenta come cure che sostituiscono la medicina avverte Salvo Di Grazia, divulgatore scientifico e autore del blog MedBunker -. Per questo consiglio sempre di non fidarsi di chi propone miracoli, e di diffidare di chi si presenta come un genio incompreso o dice di essere boicottato dalla medicina. In questo campo c'è tanta gente seria ma anche tanti furbi. Con la salute bisogna tenere gli occhi molto aperti». RESPIRA CHE TI PASSAResta il fatto che ormai sia scientificamente provato come alcune tecniche possano aiutare, anche se mai sostituire, i farmaci tradizionali. È il caso dello yoga, considerato un ottimo coadiuvante nella cura dei disturbi depressivi. Il segreto sta nella sua capacità di insegnare agli adulti la modalità di respirazione tipica dei neonati. Quella addominale, che si dimentica con il tempo. «Questo tipo di respirazione è in grado di rallentare la mente e di donare più tranquillità conferma Stefania Doria, psichiatra dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano -. Qualsiasi evento esterno intacca la respirazione, anche la gioia o l'eccitazione. Imparare a controllarla permette di riequilibrare la mente». I vantaggi sono talmente innegabili da aver fatto entrare lo yoga nelle linee guida contro la depressione del sistema sanitario nazionale canadese. Un traguardo ancora molto lontano per l'Italia. Eppure si è scoperto che anche un'altra tecnica di respirazione, quella a narici alternate, è molto utile contro l'ansia. Questo disturbo vede come protagonista assoluta proprio la respirazione, che può essere disturbarta o in alcuni istanti addirittura mancare quando non si sta bene. Ma intervenire è possibile: basta seguire la tecnica del Nadi Shodhana, che consiste nel respirare in modo alternato con le due narici. L'ansia viene controllata all'istante perché l'emisfero destro e sinistro del cervello vengono bilanciati, e i nervi si calmano.«Queste forme complementari di medicina sono di notevole supporto alla medicina tradizionale prosegue Doria -. Per esempio, come coadiuvante della terapia del dolore già da tempo viene utilizzata l'agopuntura. Mentre per alcune forme di cefalea cronica vengono usate altre tecniche complementari che funzionano molto bene». Contro lo stress, per esempio, è considerato un vero e proprio elisir il quigong, un'antica arte marziale cinese ancora poco nota in Italia, ma utilizzata per scopi terapeutici in Germania, Gran Bretagna e Francia. «Anche in questo caso i pazienti imparano a respirare con il diaframma sottolinea ancora la specialista -, allungando e rallentando i cicli del respiro». PINI E PENNEPer quanto riguarda il funzionamento del cervello, invece, la scienza è sempre più convinta dell'utilità della meditazione mindfulness. Lo sono in particolare i ricercatori della Harvard medical school, negli Stati Uniti. Recentemente hanno dimostrato come seguire per otto settimane questa tecnica aumenti sensibilmente la concentrazione della materia grigia nel cervello, migliorando i processi di apprendimento, la memoria e la capacità di regolare le emozioni. Dal Giappone arriva invece un'altra tecnica che, utilizzando la pressione delle dita, aiuta il corpo a ritrovare energia. Si chiama Jean Shin Jyutsu ed è una sorta di massaggio che viene effettuato sulle dita o nelle zone della mano che si ritiene siano collegate a determinati organi. In questo modo verrebbe liberata l'energia necessaria a farli funzionare meglio. Naturalmente sempre con il supporto dei farmaci tradizionali, quando sono necessari. Ci sono poi alcune tecniche direttamente correlate al rapporto con la natura. Camminare per almeno trenta minuti al giorno nel verde, per esempio, riduce il rischio di malattie cardiache, aiuta a perdere peso più velocemente, stimola la creatività, aumenta l'efficienza del sistema immunitario e risveglia la tiroide. C'è poi chi ritiene che anche abbracciare gli alberi rappresenti un toccasana per la salute. Queste tecnica è nota come silvoterapia e, mettendo in connessione diretta l'organismo con il mondo circostante, aiuta a ritrovare benessere. E non finisce qui, perché in base alla tecnica riconosciuta nel 1927, ogni vegetale ha la sua funzione specifica. E così i pini rafforzano il sistema nervoso, i cipressi riducono la sensazione di calore, i salici combattono la pressione alta, mentre le acacie bilanciano la temperatura corporea. Un altro aiuto contro lo stress e l'ansia sarebbe rappresentato, inoltre, dalla scrittura. Purché sia eseguita rigorosamente a mano. Lo ha provato una ricerca americana condotta all'università dell'Indiana, secondo la quale l'uso della penna incoraggia l'attività del cervello, affina le capacità motorie e può contribuire al successo scolastico dei bambini e degli studenti. MANEGGIARE CON CURASolo antiche dicerie? «Non necessariamente spiega Di Grazia -, alcune tecniche funzionano davvero. È stato provato, per esempio, che lo yoga migliora la qualità di vita e diminuisce lo stress di chi vive una malattia cronica. Lo stesso vale per la meditazione e la ginnastica dolce, ma queste non bastano come cura, perché non guariscono nessuna malattia e non sostituiscono le cure standard». L'importante, insomma, è capire che queste forme di medicina complementare hanno dei limiti. E non possono mai curare patologie serie. «Di fronte alle malattie importanti bisogna sempre seguire i protocolli riconosciuti dalla comunità medica conferma Doria -. Tutte le altre pratiche sono aggiuntive, e proprio per questo sicure e prive di effetti collaterali. Inoltre non bisogna mai dimenticare che il problema di incontrare possibili ciarlatani è reale perché in Italia manca una regolamentazione generale del settore». Qualcosa però si sta muovendo. L'Ordine dei medici di Milano ha recentemente creato un albo ad hoc per gli specialisti che usano l'agopuntura. Mentre la Asl della Toscana ha riconosciuto alcune forme di medicina complementare. Si tratta però di casi ancora rari, visto che il resto del Paese è ancora fermo, mentre a tenere banco sono soprattutto le polemiche. A dispetto di un dato concreto: i farmaci tradizionali non potranno mai essere sostituiti da pratiche più o meno efficaci. «La medicina si basa sulle prove, sui numeri e sulla scienza conclude l'esperto -.
È una branca che progredisce e questo, seppur imperfetto, è il modo più accurato che abbiamo per usare solo ciò che ci serve per la salute e non ciò che serve alle tasche di chi vuole venderci il rimedio per tutti i mali. La medicina scientifica di oggi sarà sicuramente sostituita tra cento anni ma da altra medicina scientifica».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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