La medicina velenosa

Mancava giusto l'Ocse, prestigiosa organizzazione internazionale di studi economici, alla lista dei soggetti che hanno giudicato severamente la legge finanziaria di esordio del governo di centrosinistra, mancanza colmata ieri quando, nella presentazione del rapporto sull'economia nel 2007, è stato ribadito un concetto che continua a non entrare in testa a Visco e Padoa-Schioppa: vale a dire che è sbagliato, rischioso e aleatorio basare una manovra economica principalmente sulle entrate e non sui tagli di spesa. A questo punto abbiamo una serie di soggetti moderatamente qualificati (Ocse, Agenzie di rating, Fondo Monetario Internazionale, Banca d'Italia, economisti indipendenti e pure di area vicina al centrosinistra, Corte dei conti) che dicono tutti la stessa cosa, mentre tesi opposte vengono sostenute da soggetti di evidente ed internazionalmente riconosciuta competenza economica quali Fassino e Rutelli. È possibile che gli esponenti economici del centrosinistra a questo punto siano stati colti dalla «sindrome del vecchietto contromano in autostrada» che impreca riparandosi gli occhi dai fari e domandandosi perché tutti vadano dalla parte sbagliata... è più probabile però che nemmeno il governo ci creda, che sia prigioniero di se stesso, di un'idea spregiudicata che consisteva nella tattica del bastone iniziale per poter sfoderare le carote quando le elezioni sarebbero state più vicine, e che non abbia più il coraggio di ammettere l'errore e di correre ai ripari.
Il fatto che nella maggioranza si stia facendo la gara a chi promette prima di restituire il prelievo abnorme deciso in questa legge, la dice lunga sulle reali intenzioni di un governo che sta scherzando con il futuro dell'Italia, con esiti che rischiano di essere infausti così come lo furono in passato nella legislatura in cui il centrosinistra fu al potere. Persino Padoa-Schioppa ha recentemente riconosciuto che lo stop al processo di risanamento dei conti può essere ricondotto alla Finanziaria del 2000 firmata dal duo Amato-Visco, l'unica manovra recente che si ricordi a saldo zero nelle intenzioni e che si rivelò una voragine che in parte scontiamo ancora adesso. Eppure anche quella legislatura cominciò così, con l'eurotassa e susseguenti promesse di restituzione, ma se allora c'era un motivo per imporre misure estreme adesso non c'è, e appioppare medicine fortissime ad un ammalato che sta guarendo è un ottimo sistema per intossicarlo.
Se prendiamo per buono il parallelo del dottore e del degente la situazione appare paradossale, con il supposto medico che nega i sintomi di miglioramento del paziente per la frenesia di provare il proprio medicinale... roba da radiazione dall'albo. La ricetta del centrodestra era semplice e lineare, partiva da una situazione disperata quale era l'economia del post 11 Settembre, creando le premesse perché si potessero raccogliere i frutti alla prima ripresa della congiuntura economica, e quanto fosse corretta quell'impostazione è testimoniato dai conti pubblici per l'anno in corso, governati dalla finanziaria 2005, l'ultima firmata da Berlusconi-Tremonti. Anche l'Ocse lo riconosce, in quanto ammette che il rapporto deficit-pil, depurato degli effetti imprevedibili legati alla sentenza sull'Iva auto, sarà confortevolmente sotto il 4%, vale a dire meglio di quanto (onestamente, nonostante le elezioni imminenti) stimato dallo stesso Tremonti e molto meglio di quanto (strumentalmente, ad elezioni avvenute) stimato da Padoa-Schioppa appena insediato. Curioso destino quello di Berlusconi, costretto a seminare perché altri raccolgano i frutti e curioso destino del centrosinistra: proclama la serietà e la competenza per poi raccogliere il grappolo tagliando tutta la pianta.


Quando il danno sarà ormai fatto purtroppo poco varrà ricordare gli univoci commenti del mondo economico e consolarsi con un «e sì che gliel'avevano detto che sbagliavano». Ormai sarà tardi e potrebbe toccare ad un altro governo di centrodestra tentare di rimettere in sincrono la nostra economia... girano le lancette, passano gli anni e l'Italia sta ferma.

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