Un medico da ricoverare: «Voti Obama? Allora non venire a farti curare da me»

Singolare protesta di un urologo della Florida dalle spiccate simpatie repubblicane: per protestare contro la nuova riforma sanitaria ha appeso un cartello sulla porta del suo studio che invita i pazienti che l'approvano a cercarsi un altro medico. Sennò ti ferisce nell'intimo...

Quando c'è la salute c'è tutto. «Se voti per Obama... cercati un urologo altrove. I cambiamenti alla tua assistenza sanitaria cominciano ora. Non fra quattro anni». Jack Cassell, medico di Orlando, dalle spiccate simpatie repubblicane, la nuova riforma sanitaria di Obama non l'ha proprio mandata giù e per protestare contro il sopruso ha appeso un foglietto alla porta del suo studio con su scritto quello che vi abbiamo appena anticipato. Cioè ha trovato un modo singolare e poco in sintonia con il giuramento di Ippocrate di selezionare politicamente i suoi pazienti, invitando tra le righe ma nemmeno poi tanto, i simpatizzanti del presidente, o più semplicemente i bisognosi, a cercarsi pure un altro medico.
Esperti di bioetica e professori di diritto fanno sapere che l'iniziativa del medico «No Obama» rappresenta un caso molto particolare e delicato quanto le sue visite. Difficile per esempio dire se sia legale, visto che è a metà strada tra il dovere professionale di un medico e la sua libertà d'espressione. I dottori, secondo legge e umanità, non possono infatti rifiutare pazienti sulla base di differenze di razza, orientamento sessuale, religione, incapacità fisica o psichica. Ma nulla si dice sui sacri testi circa la tutela di chi ha differenti idee politiche, tanto più che Cassell non chiede espressamente ai suoi pazienti di dichiarare per chi votano prima di decidereli se curarli o trombarli, ma lancia loro una specie di avvertimento preventivo: se sei dei loro scordati di venire a farti vedere fin nell'intimo da me.
Certo lui, messo un po' alle strette dalle domande dell'«Orlando Sentinel», non la mette all'orale giù dura come allo scritto (sulla porta): «Ovviamente - ribadisce facendo il furbetto - non mi rifiuterei mai di curare un paziente che votasse un partito diverso dal mio, perchè questo va contro l'etica della nostra professione. Ma se i pazienti leggono il cartello e decidono di andare da un'altra parte che cosa posso farci io?...». Niente.

Ci sarebbe la possibilità di dichiarare la propria fede in Obama e per principio andare dal dottor Cassell lo stesso ma il rischio, vista la professione, è che ti faccia un paiolo così. Meglio se non ci va più nessuno. Così impara, l'urologo, a farla fuori dal vaso...

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