da Milano
Rimandata a fine mese la redistribuzione dellex pacchetto Capitalia (il 9,4% del capitale), i grandi soci torneranno domani a varcare lingresso di Mediobanca per approvare il bilancio dello scorso anno come vuole la governance duale. Probabile, tuttavia, che la riunione del consiglio di sorveglianza presieduta da Cesare Geronzi divenga loccasione per uno scambio di impressioni tra i consiglieri sul riassetto azionario che vedrà Unicredit tornare all8,6 per cento.
Per sbloccare limpasse sulla cessione del 9,4%, Piazzetta Cuccia smantellerà con ogni probabilità il proprio legame azionario con Mediolanum, così da permettere nel contempo a Ennio Doris di salire dall1,9% attuale a una quota prossima al 3-4% del capitale. La mossa nasce dallesigenza di Piazzetta Cuccia di tutelare i pesi interni al patto di sindacato aggirando al contempo i paletti posti dallAntitrust per il previsto passo indietro di Alessandro Profumo. Una volta arricchita la compagine dei soci bancari raccolti nel cosiddetto «gruppo A», con il possibile ingresso di un istituto tedesco, e incassata la disponibilità dal tandem Benetton-Fininvest tra gli industriali (gruppo B), un ritocco ai francesi (gruppo C) permetterebbe di arrivare ad assorbire il 9,4% allinterno del patto.
Per dare inizio al «giro di giostra», Mediobanca potrebbe però essere costretta a pagare un biglietto da circa 13 milioni. Al netto di eventuali svalutazioni, a tanto infatti ammonta la differenza accusata tra il valore di carico dell1,96% che la merchant bank detiene in Mediolanum (86,8 milioni a fine marzo) e quello implicito di 73,8 milioni segnato ieri in Piazza Affari dove il gruppo del risparmio gestito passava di mano a 5,2 euro (meno 1,12%). Positivi, invece, i conti per «casa» Doris, il cui pacchetto in Mediobanca vale circa 240 milioni e che, secondo R&S, a fine 2000 aveva pagato poco più di 115 milioni per Piazzetta Cuccia. I valori di ingresso sono stati probabilmente influenzati dal vento della new economy che allora soffiava su Piazza Affari.
Lincrocio nasceva in parallelo a Duemme, la joint venture per il private banking poi ribattezzata Banca Esperia. Questultima, non essendo un incrocio azionario diretto non rappresenta invece un punto di attenzione per lAntitrust.
Il nuovo assetto del patto dovrebbe essere tracciato a ridosso dellassemblea in calendario il 27 ottobre.
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