Pierluigi Bonora
da Milano
Gli Agnelli non metteranno i bastoni tra le ruote nel momento in cui Sergio Marchionne dovesse decidere di cedere la quota che Fiat Group detiene in Mediobanca. Come a dire: l1,8% nella banca daffari appartiene al Lingotto che, a questo, punto ha tutta la libertà di fare le opportune scelte in proposito.
È quanto si apprende da fonti finanziarie in vista dellipotetico divorzio tra Fiat e Mediobanca, anticipato nei giorni scorsi dal Giornale, sullo sfondo dei negoziati per riportare il gruppo di Torino all85% della Ferrari. «Da parte nostra - ha commentato ieri lamministratore delegato della Fiat - stiamo facendo con Mediobanca delle valutazioni a 360 gradi che includono tutto. Nulla è stato ancora deciso. La cosa importante, per noi, è riacquisire le quote della Ferrari, un asset sicuramente strategico per il gruppo».
Marchionne ha anche escluso che ci sia un conflitto tra il Lingotto e gli azionisti riguardo, proprio, alla questione Ferrari e Mediobanca. E a rafforzare laffermazione del top manager è stato Franzo Grande Stevens, che insieme a Gianluigi Gabetti, presidente della holding Ifil, è da sempre luomo di fiducia degli Agnelli. «È tutto falso», ha sottolineato il legale della famiglia.
Reazioni alle indiscrezioni sul negoziato tra Fiat e Mediobanca per il 29% della Ferrari (l11,7% è in mano allistituto e il resto a un pool di banche) sono arrivate anche da Piazzetta Cuccia. A intervenire è stato Pier Gaetano Marchetti, presidente del patto di sindacato della banca daffari. «La Fiat - ha puntualizzato il giurista - non ha mai presentato una richiesta formale per uscire dal patto», la cui scadenza è comunque fissata al primo luglio del prossimo anno. In proposito è anche da considerare che la cessione di una quota sindacata potrebbe riaprire più in generale i giochi allinterno del patto di sindacato stesso.
Nessuno scossone ieri a Piazza Affari per Mediobanca (meno 0,02%). Segno meno, invece, per la galassia Agnelli: il titolo Fiat ha ceduto lo 0,12% a 10,41 euro così come la «cassaforte» Ifi a 17,12 euro, mentre Ifil è scesa del 2,97% a 4,38 euro.
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