Il Meeting anti-crisi: "Se si vota Paese all’aria"

Dal palco del meeting di Comunione e LIberazione le ricette per la ripresa del segretario della Cisl Bonanni e dell’amministratore delegato di Intesa Passera. Il sindacalista: "Lotta all’evasione fiscale". Il banchiere: "Subito la riforma della giustizia"

Il Meeting anti-crisi: "Se si vota Paese all’aria"

nostro inviato a Rimini

Corrado Passera: «Bisogna fare salire i temi economici nell’agenda della politica e sostenere le riforme che puntano ad abbattere le tasse sul lavoro e le imprese». Raffaele Bonanni: «La politica da sola non ce la può più fare perché prevalgono personalismi e logiche di gruppo». Al Meeting, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo e il segretario generale della Cisl parlano la stessa lingua e lanciano un messaggio che piace molto ai ciellini accorsi a Rimini. A tutti preme sottolineare come l’Italia, nonostante la crisi, non parta da zero. Lo dice il presidente della Compagnia delle Opere Bernhard Scholz introducendo l’incontro intitolato «Ripresa a quali condizioni?».
E lo spiega anche Passera, riconoscendo al governo di avere fatto cose importanti. «Avere tenuto i conti sotto controllo è stato un grande contributo alla solidità e alla credibilità del Paese». Positivo anche giudizio sulle misure per le banche e poi il completamento «di riforme importantissime come quella delle pensioni che sono contributi strutturali molto importanti». Ora tocca alla crescita, che si ottiene con riforme a costo zero, ad esempio quella della giustizia. Perché «la lentezza della giustizia blocca gli investimenti». Poi le infrastrutture e l’istruzione. C’è chiaramente il capitolo tasse. Il banchiere propone addirittura un riequilibrio del sistema fiscale che inasprisca la pressione sui guadagni da capitale e sui titoli, alleggerendo imprese e lavoro. Poi ci sono gli stimoli all’economia che costano. E Passera azzarda la cifra che servirebbe a fare ripartire nel migliore dei modi l’Italia: 40-60 miliardi all’anno. Cifra monstre, ma che andrebbe trovata soprattutto con tagli agli sprechi. «Con 800 miliardi di spesa pubblica un sacrificio di un punto percentuale non dovrebbe essere un problema».
Priorità e ricette che Bonanni condivide. Sui tagli e sugli sprechi se la prende soprattutto con Regioni e Comuni. Ma il vero «schifo» è l’evasione fiscale, a causa della quale chi guadagna meno finisce per pagare più tasse. Il sindacalista è arrabbiato anche con la politica che pensa alle elezioni. Passera ha evitato il tema, ma Bonanni ha detto chiaramente che le considera una follia: «Se si facessero tra sei mesi manderebbero il Paese per aria e farebbero fuggire gli investitori». Nemmeno il governo tecnico, ormai è fuori discussione. Meglio quindi la collaborazione tra maggioranza e opposizione sulle priorità, che sono economiche. Meglio ancora sostituire il sistema attuale con un maggiore coinvolgimento di aziende e sindacati.
Il suo modello, apprezzato anche questo dal popolo del Meeting, è quello tedesco. I lavoratori, secondo Bonanni, dovrebbero pesare di più anche nelle aziende private, a partire dalla Fiat e dalle banche. Il leader della Cisl pensa, più che all’ingresso dei sindacati nel consigli di amministrazione, a consigli di vigilanza e indirizzo che rendano più trasparenti le aziende e più responsabili i lavoratori. Messaggio lanciato a Sergio Marchionne, che nei prossimi giorni arriverà al Meeting e anche a Passera, che però si limita a dire che si tratta di un tema «ineludibile».
Sempre all’amministratore delegato di Fiat Bonanni manda un altro messaggio: «Sbaglia a non fare tornare in fabbrica i lavoratori della Fiom reintegrati dal giudice».

Il Lingotto, lasciando a casa i sindacalisti licenziati, è caduto nella trappola dei metalmeccanici della Cgil. E a rimetterci, assicura, è la maggioranza, quella che ha seguito i sindacali più responsabili e ha messo in minoranza la Fiom «che ormai è un partito».

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