Altro che comico, dev'essere epico e drammatico governare un Paese come l'Italia, dove gli alleati più vicini sono Bossi e Sarkozy e i nemici sono tanti. Ti chiedono ogni giorno, anzi ti impongono, di varare riforme contro il popolo italiano o contro il Parlamento. E tu devi chiedere agli italiani il consenso per tartassarli di più e per mandarli in pensione due anni dopo, magari accanendosi in modo particolare con il proprio elettorato. O devi chiedere agli stessi parlamentari di votare il proprio suicidio dimezzando il loro numero, così come è stato promesso ed è largamente voluto dal paese. Chi può farlo? Non un governo parlamentare, non una coalizione. Figuratevi se può riuscirvi un governo pre-elettorale di mediazione e di transizione, di inciucio o di accozzaglia, sbilanciato a sinistra.
E allora come se ne esce? Con un imperatore, o almeno con un dittatore pro-tempore, giusto il tempo di raddrizzare la barca; ma non è più tempo di sovrani assoluti, anche illuminati e provvisori. E allora? Non ci sono altre soluzioni, è inutile menarla. A Berlusconi non resta che il coraggio di giocarsi tutto sulle pensioni e sui tagli alla politica.
Chiudere questa legislatura e quest'avventura con riforme arditamente impopolari e gloriosamente extraparlamentari.
Per il bene supremo dell'Italia e per ridare credibilità alla politica. Verrà vituperato in corso d'opera ma resterà nell'album dei salvatori di un paese svogliato. E se cadrà sulle due cose, cadrà da eroe, non da inquisito. Meglio cadere eroicamente che sopravvivere indecorosamente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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