Cronaca locale

Melodie argentine al computer nelle milonghe dei Gotan Project

Non sono più il fenomeno del 2001, quando l’album d’esordio La revancha del tango piazzò oltre un milione di copie in giro per il mondo (anche se già dal ’99 la loro miscela etnico-elettronica faceva impazzire nei locali più trendy di Parigi), ma sono senza dubbio un gruppo di culto, che fa tendenza sposando con misura tradizione e innovazione. Elettronica e tango (o tango elettronico), il bandoneon incontra i computer (e c’è pure un pizzico di folk, di jazz, di country e di house) ed ecco i Gotan Project in scena questa sera sul palco dell’Alcatraz. Il tour italiano promuove l’album Gotan Project Live, un cd dal vivo, la dimensione ideale per un gruppo concerto e al tempo stesso spettacolare. La chitarra dell’argentino Eduardo Makaroff insieme a Philippe Cohen Solal e a Christophe Mueller (i tre fondatori insieme ad una agguerrita miniorchestra) dispensano misurati palpiti sonori lontano dalla nostalgia e dalle fotocopie sbiadite.
Naturalmente c’è il sapore sensuale del tango, ripulito (ma non troppo) dall’odore delle taverne del barrio, dai capelli impomatati e dalle rose fra i denti.
Una tavolozza dove i suoni acustici ora si accarezzano ora si graffiano con quelli elettronici, dove i ritmi dance e quelli hip hop sfiorano la milonga. Il tango globalizzato ma con classe e poesia. Non a caso Gotan è l’anagramma di Tango, e viene dallo slang francoparigino (ma si usa in tutti i paesi, persino in dialetto milanese) che ha come caratteristica l’inversione delle sillabe delle parole. Al battesimo e al lancio della band hanno contribuito il glorioso pianoforte di Gustavo Beytelmann e la umbratile voce di Cristina Villalonga.
Ma i Gotan Project si sono imposti da soli, con uno stile colorito che affronta senza timore il repertorio di Astor Piazzolla (praticamente irriconoscibile Vuelvo al sur) e quello di Gato Barbieri. Senza parlare delle scorribande nei territori country (se ne è innamorato ascoltando Harvest di Neil Young) di Solal col pittoresco cd e dvd Moonshine Sessions in cui rilegge (con l’aiuto di star come Jim Lauderdale) classici della tradzione americana più brani dei Sex Pistols e degli Abba in stile country.

Insomma c’è tutto e il contrario di tutto nel concerto dei Gotan Project; né troppo sentimentali né troppo melodrammatici, né troppo colti né troppo scanzonati, riescono a proporre i loro cocktail con le giuste dosi di introspezione, sensualità, commercialità e buobe vibrazioni.

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