Memoria Difesa immunitaria contro gli orrori del passato

Una scala di ferro che parte diagonalmente da un rudere a terra per arrivare a poggiarsi sulla cima di una colonna, in un processo che, invertendo abitudine e funzione, porta la scala a allargarsi verso il cielo, come quella sognata da Giacobbe. Sui montanti, i settantadue nomi degli angeli dipinti in ebraico, gli stessi che, recitati a comporre una sorta di litania, si sentono provenire da un vaso al centro dello scrigno dove erano conservati i libri. È «La voce» di Marco Bagnoli ad aprire il percorso della biennale di arte contemporanea «Arte in memoria 5», organizzata dalla Fondazione Volume! e ospitata da domenica al 15 marzo, alla Sinagoga di Ostia Antica.
Giunta alla quinta edizione, in occasione della Giornata della Memoria, la mostra torna a meditare il rapporto tra memoria appunto e attualità, passato e presente, attraverso opere di arte contemporanea ideate appositamente per l’area archeologica. Oltre a Bagnoli, partecipano a questa edizione Daniel Buren, Gianni Caravaggio e Susana Solano, artisti diversi per tecnica e ispirazione, accomunati dal tema e dalla modalità di lavoro, che li ha visti tutti procedere prima alla visita del luogo, per tentare poi di tradurre emozione e significato dello spazio, usandolo come «cornice» delle opere e, in questo modo, regalandogli una nuova vita. Secondo la propria sensibilità. All’interno della Sinagoga, ogni artista ha scelto un sito e una dimensione, nel vero senso del termine, passando dal macro al micro, in un percorso che vuole da un lato, attirare l’attenzione con l’evidenza delle istallazioni, dall’altro invitare il visitatore a cercare i lavori, in un gioco di «nascondigli» artistici. «La memoria non è solo ricorrenza e omaggio, ma anche progettualità - spiega la curatrice Adachiara Zevi -. Come l’arte, si fonda sulla continua interazione tra passato e presente. La storia, fatta di documenti, è più stabile. La memoria è per natura, dinamica, così infatti chi parla adatta il proprio racconto a chi ascolta per renderlo comprensibile e impedire che il passato si cristallizzi. Ciò che è accaduto può ripetersi, la memoria è una specie di difesa immunitaria dell’umanità». Sulla «prospettiva» del ricordo punta Caravaggio, con «Lo stupore è nuovo ogni giorno», che celebra il miracolo della nascita, e «Principio con testimone», dedicata a un nuovo e ciclico inizio del cosmo. Buren in «Transmutation» costruisce un tappeto musivo, prendendo le mosse dal frammento di un antico mosaico ma riprendendo il soggetto da quello di un’altra aula, a legare idealmente gli spazi. Susana Solano in «Letanìas del recuerdo» usa acqua e marmo per ricordare: su una lastra su cui sono incisi solchi della stessa profondità e curvatura delle strigilature del vicino pozzo, l’artista fa scorrere l’acqua a lasciare impronte del passaggio umano, «perché - spiega - la memoria non è solo passato, ma si costruisce ogni giorno».
Ad arricchire il percorso si aggiungono tre opere donate da artisti delle precedenti biennali, da Sol LeWitt con la ricostruzione della nicchia in cui erano custoditi i Rotoli della Legge al mosaico-bomba di Gal Weinstein e alle fragili colonne di Pedro Cabrita Reis.

«L’idea - prosegue la curatrice - è costituire una collezione permanente del sito archeologico, cui aggiungere mano mano nuove opere, scelte tra quelle esposte». In occasione dell’inaugurazione, domenica alle 12.30, Alvin Curran eseguirà Shofar 2008, intervento musicale con shofar e computer.

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