Pane e (molto) pallone. Loppio dei popoli è tornato a fare sfracelli in una città impazzita per la volata scudetto. Siamo alla quartultima tappa e, esattamente come una settimana fa, sarà lInter ad aprire la trentacinquesima giornata, ospitando lAtalanta a San Siro nellanticipo di questo pomeriggio. La prospettiva, in caso di vittoria, è di riportarsi a +2 sulla Roma. Che poi potrà però replicare domani sera (esattamente come la scorsa settimana quando lInter sconfisse per 2-0 la Juventus al venerdì e poi la Roma si riprese il comando della classifica alla domenica sera grazie al 2-1 sulla Lazio nel derby), quando allOlimpico arriverà la Sampdoria. Scontri non semplici per nessuna delle due «litiganti». LInter, infatti, riceverà unAtalanta in cerca di punti salvezza (è terzultima a -2 dal Bologna e a -3 dalla Lazio), tra laltro a cavallo del doppio confronto con il Barcellona nelle semifinali di Champions (vittoria per 3-1 dei nerazzurri allandata a San Siro martedì scorso), in vista del decisivo ritorno del Camp Nou di mercoledì sera. E con il nuovo caso da gestire legato alla contestazione dei tifosi nei confronti di Mario Balotelli.
Clima decisamente diverso a Trigoria, dove la Roma sta preparando la sfida alla Sampdoria dellex Antonio Cassano,he allOlimpico arriverà per difendere il quarto posto e la qualificazione alla Champions League (i blucerchiati sono a +2 sul Palermo). Claudio Ranieri con tutta probabilità rilancerà da titolare Francesco Totti, che, dopo lesclusione nellintervallo al derby, è stato risparmiato martedì nella semifinale di ritorno di Coppa Italia in casa dellUdinese (con i giallorossi sconfitti 1-0, ma qualificati).
Ma ieri è stato soprattutto il giorno di Menez. Un giocatore trasformato, da oggetto misterioso ad arma segreta dellattacco romanista. Il francesino ha raccontato, in unintervista a France Football, la sua metamorfosi, individuando la svolta in un colloquio con Claudio Ranieri durante il mercato invernale. «Quattro mesi fa - ha spiegato Menez al periodico francese - ho avuto una bella discussione con lallenatore. Abbiamo messo le carte in tavola e soprattutto lui mi ha detto che credeva in me. Avevo forse bisogno di sentire quelle parole. Io so che ho delle qualità, ma avevo bisogno di crescere mentalmente. Ho fatto degli sforzi in questa direzione e, oggi, stanno pagando. Ho vissuto la mia prima esperienza allestero a 22 anni e ho preso coscienza di certe cose. Ormai mi diverto!».
Menez, 22 anni, sembra lanciatissimo: «Sto talmente bene che posso giocare a destra, al centro o a sinistra. A centrocampo o in attacco non mi pongo problemi, ora sono più completo e rigoroso tatticamente». Menez entra nel merito. «Diciamo che ho trovato il mio percorso e mi sento appagato». Quanto alla volata scudetto naturalmente non si sbilancia: «Sta succedendo qualcosa di pazzesco in città ma non è il caso di scaldarsi troppo, da questo punto di vista è meglio essere prudenti...».
Infine un accenno alle speranze di tornare in nazionale, Menez svela di averne ancora, e parecchie, anche per gli imminenti campionati mondiali in Sudafrica: «Ci credo fino in fondo - assicura lattaccante - dire il contrario sarebbe mentire».
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