Meno imposte per consumatori e aziende

Winteler (Federturismo e Alpitour) Calo di prenotazioni, anche nella fascia alta di mercato

da Milano

Preoccupato?
«Preoccupato sì, è indiscutibile. Ma nessun panico», risponde Daniel John Winteler, presidente di Federturismo, la federazione delle imprese del turismo di Confindustria, e alla guida di Alpitour, primo tour operator italiano.
Si vedono già gli effetti della crisi nel vostro settore? L’onda delle Borse si fa sentire?
«I mercati azionari sono più veloci, saltano in tempi brevi. Sul turismo, e sull’economia reale nel suo complesso, gli effetti sono più a lungo termine».
Vede un impatto?
«Ci sarà. Spero che almeno la stretta creditizia si possa sbloccare in breve».
L’estate non è stata delle migliori. L’inverno come si annuncia?
«Sulla scia delle notizie le prenotazioni hanno rallentato. C’è, in generale una contrazione».
Di quanto?
«Il mercato è sotto del 10% circa rispetto alle prenotazioni che erano arrivate lo scorso anno a quest’epoca. Alpitour sta facendo meglio, con un calo del 4-5%».
Come mai?
«Avevamo già avviato una politica di offerte molto convenienti, con risparmi proporzionati all’anticipo con cui viene fatta la prenotazione. Risparmi tra il 7 e il 10%, che in un settore come il turismo sono significativi».
Quali sono le categorie di consumatori che stanno soffrendo di più?
«Fino all’estate era stata visibile una contrazione della domanda da parte della clientela di fascia medio-bassa. Adesso invece si sta assistendo a un raffreddamento della domanda da parte della fascia più alta, quella più abbiente. Sembrava che il lusso fosse immune da qualunque crisi, e ora si sta constatando che non è proprio così. Chi era abituato a spendere 20, 30, 40mila euro per una vacanza, adesso sembra più attento».
Qual è la ragione?
«Forse la crisi finanziaria, legata ai mercati azionari, sta colpendo le fasce di pubblico economicamente più evolute».
In generale, che cosa si può fare?
«C’è un fatto urgente e contingente, quello di ripristinare la fiducia nel sistema bancario, proprio al suo interno, tra le banche che diffidano una dell’altra. In questo senso l’intervento dell’Europa è importante».
Poi?
«In cima all’agenda ci deve essere sicuramente una significativa riduzione delle tasse, che in Italia è ai limiti della sopportabilità. Questo deve avvenire sia per i cittadini-consumatori che per le imprese. L’Irap, per esempio, penalizza particolarmente il turismo perché è ad alta intensità di personale. Ma poi vorrei dire un’altra cosa, meno economica...».


Prego, la dica
«Troppe opinioni in momenti come questo non fanno che aumentare la confusione. Peggio del ’29; no, non è il ’29, e via dicendo. Dovrebbero parlare le persone competenti e che hanno un ruolo, non tutti. Tante voci in disordine non aiutano nessuno».

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