Il mercato Ict in Italia cresce meno che in Europa

da Milano

L’informatica italiana ha chiuso in stasi il 2004 e con una timidissima ripresa il primo trimestre 2005, mentre l’associazione che raggruppa i protagonisti dei settori Ict (Information e Communication technology) tenta proposte di rilancio. Lo spiega Assinform in occasione della presentazione del suo Rapporto Annuale. «È importante creare condizioni che incoraggino l’economia italiana a investire di più in Ict, così come è strategico incoraggiare le imprese innovative del settore, aiutandole a uscire dai confini nazionali», ha detto il presidente Assinform, Filippo Roggero. Quanto ai consuntivi, nel 2004 l’Ict in Italia è cresciuto dell’1,5% a poco oltre 61 miliardi di euro, contro il 5,9% nel mondo e il 3,4% in Europa. Nei primi tre mesi del 2005 l’Ict ha mostrato una ripresa del 3,7% sul primo trimestre 2004: contro l’aumento del 5,1% delle telecomunicazioni - che ancora una volta ringrazia la crescita a due cifre della telefonia mobile (+13,8%) - la componente informatica limita la crescita allo 0,5% invertendo però una tendenza che era negativa dal 2002. La spesa Ict pro-capite italiana resta a 1.064 euro, contro una media europea di 1.487 e una americana di 2.240.

Sul fronte degli incentivi il ministro all’Innovazione, Lucio Stanca, ha detto che il suo dicastero sta cercando finanziamenti per ripristinare il bonus di 200 euro da destinare alle famiglie meno abbienti mentre quello per le Tlc, Mario Landolfi, ha annunciato la sperimentazione della tecnologia Wimax in Italia.

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