Politica

Merce taroccata, guerra all’ultima spiaggia

Lui è acquattato tra gli ombrelloni. Canottiera, pantaloncino corto, ciabatte, occhiali da sole e binocolo a tracolla. Bagnino? No, agente della polizia municipale travestito da bagnino. Lui però non salva chi rischia di annegare, ma «annega» quanti vorrebbe salvarsi dai marosi del carovita: in primis gli acquirenti di merce taroccata.
Lo sa bene Ingrid, 65 anni, turista austriaca che ieri passeggiava sulla spiaggia di Jesolo. Eccola, Ingrid, davanti al telo bianco, versione-boutique, di Muahammed, specializzato nella vendita di «originali» false borse di alta moda; in questi giorni, ad esempio, sfoggia l’intera collezione-estate Luis Vuitton. Ingrid si ferma e resta rapita da un borsellino multicolore che fa tanto chic. Parte la contrattazione. Muahammed spara 50 euro, ma l’austriaca ci sa fare: in meno di un minuto siamo già scesi a 25 euro. La signora è una volpe e sa che in questi casi far finta di andar via è la mossa vincente. Thank you, dice gentile e si gira dall’altra parte. Muahmmed la rincorre e scende a 15 euro. Lei - furbissima - con tono ultimativo: «Ho solo 7 euro... ». Muahammed barcolla, ma cede. Il borsello finisce nelle mani della turista e i 7 euro in quelle del vu’ cumprà. Transazione a lieto fine? Macché. Ad assistere alla scena c’è, a molti metri di distanza, il poliziotto finto bagnino che ha seguito l’intera telenovela commerciale da dietro le lenti del binocolo. Quando ormai la 65enne è convinta di aver portato a casa l’affare del giorno, lui si avvicina e tira fuori dai bermuda il tesserino di poliziotto: «Buongiorno, lei è in contravvenzione. Mille euro, prego. Che fa, concilia?». Alla poverina viene quasi un colpo: «Ma con mille euro mi sarei potuto comprare un borsello Luis Vuitton nel negozio più lussuoso di Jesolo». Niente, il vigile bagnino è inflessibile. Gli ordini sono chiari: «Da giugno nella località balneare veneziana è stata dichiarata guerra al commercio abusivo». E la prima a lasciarci le penne è stata la povera turista austriaca, sorpresa in flagranza di acquisto tarocco da un agente della polizia locale appostato con il binocolo in una altana di salvataggio nei pressi di piazza Mazzini. «È doveroso combattere un fenomeno - - che rischia di diventare ingestibile - spiega il sindaco, Francesco Calzavara -. Ricevo lamentele tutti i giorni, in una un turista mi ha segnalato di aver avuto 48 visite di ambulanti in spiaggia»; sulla stessa linea l’assessore comunale alla sicurezza, Andrea Boccato: «Mi spiace per la turista, ma questa estate non ci sarà nessuna tolleranza».
Diversa la strada scelta dagli amministratori di Castiglione della Pescaia (Grosseto) che si sono inventati i «vu’ cumprà autorizzati», con tanto di maglia gialla di riconoscimento. Spiega il sindaco, Monica Faenzi: «Il turista sa che acquistando da queste persone non commetterà alcun reato e non comprerà merce contraffatta. Le persone che abbiamo scelto hanno dimostrato di avere le carte in regola per ottenere un'autorizzazione del genere». I nostalgici del vu’ cumprà tradizionale (quello cioè senza licenza e con merce rigorosamente taroccata) rischiano invece - in moltissimi comuni balneari d’Italia - di fare la stessa fine della turista austriaca di Jesolo. Questo in teoria, perché in pratica le cose sono diverse: Ostia, Ladispoli, Rimini, Riccione, San Benedetto del Tronto, Pescara, Capri, Amalfi, Gallipoli, sono tutte località dove il commercio abusivo è stato - sulla carta - messo al bando. Ma basta sentire rispettivi comandi dei vigili urbani per capire che si tratta di una guerra persa in partenza: «Nel corso dell’anno riusciamo a mala pena a far rispettare i divieti. Ma quando d’estate veniamo invasi da milioni di turisti e centinaia di vu’ cumprà attuare le ordinanze anti-borsone diventa impossibile». E allora nulla di meglio di una bella stangata a una turista di passaggio.

Così, tanto per guadagnare un titolo sul giornale.

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