(...) col luppolo selvatico che conferisce alla bevanda il tipico e gradevole sapore amarognolo. Mica è una leggenda: la scoperta lhanno fatta gli archeologi della Soprintendenza del Piemonte. I quali, scavando e studiando nella necropoli di Baù, a Pombia di Novara, nel 1995 «hanno portato alla luce un bicchiere del VII secolo a.C., perfettamente integro, conservato ermeticamente in unurna cineraria e contenente - precisa il verbale - i residui rossastri di una bevanda fermentata allorzo e luppolata».
Altro che i mastri birrai dei monasteri della Boemia, cui si fa risalire la prima spillata di birra con malto dorzo e luppolo. Quelli sono venuti dopo, nel XIII secolo dellera cristiana o giù di lì. La primogenitura dei liguri, antichi abitatori di Pombia, è fuori discussione: la vera birra moderna lhanno inventata loro. E lhanno chiamata «Bryton», lo stesso nome che i mastri birrai artigianali di oggi hanno voluto attribuire al prodotto che esce dai laboratori del Sannio, altro sito di insediamento di una popolazione di 50mila liguri deportati dai romani nel 180 a.C. E sì, perché, per via dellimpegno di Giuseppe Varlese e dei suoi collaboratori, da qualche mese è «rinata» la Bryton, la birra «indipendente», e comincia a circolare in Italia. Stessa ricetta di allora, col contributo del luppolo selvatico cresciuto in Liguria.
La promessa solenne di Varlese: «Colore rosso ambrato, sapore persistente, leggermente pastosa, con aromi di caramello e agrumi». Abbinamenti consigliati? A scelta, carne o pesce. Di rigore, invece, una piacevole compagnia.
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