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«Merk mi ha deluso Spiace uscire così»

da Barcellona

«Non c’è nessun tipo di amarezza», firmato Adriano Galliani ma la faccia del dirigente è di quelle che si vedono in giro nei giorni di lutto. «Il gol di Shevchenko era buonissimo e il suo annullamento non è stata la sola cosa che ci ha dato fastidio». E le elencherà subito: «L’arbitro è stato fiscale dall’inizio alla fine, aveva dato tre minuti di recupero che erano davvero pochi e poi ha fischiato la conclusione con venti secondi di anticipo. Ma, in assoluto, è quella rete valida e cancellata che più non ci va giù». Se ne discuterà a lungo perché le scarse immagini della tivù spagnola sembrano dare ragione ai rossoneri.
E Galliani ci gira attorno: «Conoscevamo il valore del Barcellona e sapevamo quanto il confronto sarebbe stato equilibrato tanto che era finita 1 a 1, considerando anche San Siro, solo che la nostra rete è stata annullata. Invece saremmo andati sicuramente ai supplementari... molto probabilmente e poi ai rigori. Invece quello sbaglio ha cambiato tutto. In fondo fu così anche a Istanbul quando ci venne negato un gol regolarissimo che valeva il 4 a 0».
Ferita antica: «La verità è che il Milan è sempre lì, in finale o semifinale e ci giochiamo sempre lo scudetto. Niente campane a vuoto, nemmeno per il calcio italiano. Inter e Juve si sono fermate ai quarti ma potevano benissimo proseguire e il ranking europeo parla chiaro, sia per l’Italia sia per noi: il Milan è numero uno e se non sarà a Parigi sarà solo per un errore dell’arbitro. Il futuro? Pochi cambi: la rosa sarà la stessa, il tecnico pure. E ho detto ai giocatori di non mollare in campionato».
E nel Barça sorride Eto’o: «Nel finale mi sono sacrificato su Cafu, temevamo la classe del Milan. Sacrificato io perché la chitarra la suona Ronaldinho e noi altri battiamo il tamburo.

Però tutti andremo a Parigi».

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