Messico, avanti con le nozze gay nella capitale, i primi sì a marzo

Città del Messico ha pubblicato la legge che autorizza i matrimoni tra omosessuali, diventando la prima città in America Latina a concedere le nozze gay. Ma gli attivisti cattolici non si danno pace

Città del Messico ha pubblicato sull'equivalente messicano della Gazzetta ufficiale la legge che autorizza i matrimoni tra omosessuali, diventando la prima città in America Latina, e la più grande al mondo, a concedere le nozze gay. Le coppie dello stesso sesso potranno pronunciare i primi e tanto attesi «sì» a partire da marzo. Le autorità sperano così di promuovere il turismo gay nella metropoli di 8 milioni di persone, con tanto di pacchetti per la luna di miele gay-lesbo. La legge è stata pubblicata oggi, ma gli attivisti cattolici sperano di potere ancora contrastare la misura tramite ricorsi e altre azioni. I matrimoni gay sono attualmente consentiti soltanto in sette nazioni e in alcuni stati degli Stati Uniti. La legge porterà alla modifica della definizione di matrimonio nel codice civile della capitale del Messico: le nozze prima definite come l'unione di un uomo e di una donna, in base alla nuova definizione diventeranno «la libera unione di due persone».

Intanto una coppia argentina ieri ha partecipato in Argentina al primo matrimonio gay dell'America Latina, ma le interpretazioni sulla validità di questa unione sono contrastanti. Una legge che legalizza le nozze tra omosessuali è infatti arenata al Congresso argentino da ottobre.

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