La mia pensione svalutata in dieci anni

Il governo ha aperto un tavolo di lavoro con i sindacati per discutere sul futuro del trattamento pensionistico dei lavoratori; si parla di eliminare o quanto meno attenuare gli effetti dello scalone, ma anche di rivedere, in diminuzione, il rapporto pensione/retribuzione. Essendo in pensione da dieci anni, e toccando con mano la realtà quotidiana posso asserire che il grosso problema per il pensionato, a parte lo scalone che è transitorio, non è tanto la revisione del coefficiente di trasformazione della retribuzione in pensione (parametro che serve a calcolare l’entità della pensione), quanto la perdita di potere d’acquisto della pensione negli anni. Mi spiego meglio: la mia pensione dopo dieci anni, se paragonata a quella di un pari grado che lascia il servizio adesso è la metà! Infatti ben poco, se non quasi a niente, serve la rivalutazione annuale basata sull’indice Istat.

Quello che i pensionati/sindacati dovrebbero cercare di ottenere dal governo, anche in cambio di una riduzione iniziale della pensione, è l’agganciamento della pensione agli aumenti che hanno i corrispondenti lavoratori (il 70/80%); solo con questa soluzione sarà possibile mantenere nel tempo un minimo potere alla pensione (le possibilità di vivere più a lungo aumentano in continuazione).

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