Michelina, l’epopea popolare di una mondina

Un omaggio celebrativo alle tradizioni e alla storia della società del Nord colorato di ironia e di simpatia; chi se non la spumeggiante Maria Amelia Monti poteva vestire i panni della contadina ingenua che, dalle risaie, si ritrova catapultata su un palcoscenico, tutta agghindata e variopinta di toni sgargianti da soubrette? Sarà, infatti, l'attrice milanese che dal 6 gennaio fino al 1 febbraio calcherà le tavole del palcoscenico del Teatro Manzoni con «Michelina», inaugurando così una lunga tournée italiana dal sapore ironico. Interprete del lavoro inedito del marito Edoardo Erba, Maria Amelia, al fianco di Giampiero Ingrassia e sotto la direzione di Alessandro Benvenuti, darà volto alla la mondina sprovveduta che dalle risaie della Lomellina parte per una dimensione tutta da scoprire. «Michelina con la sua ingenuità - racconta al Giornale Maria Amelia Monti - è una ragazza divertente che si esprime attraverso tipiche frasi dialettali che spesso sembrano sconfinare nel volgare; in realtà, diventano divertenti per la loro purezza e semplicità». Nell'intento di recuperare le radici e la storia della società del Nord, Erba ha confezionato questa commedia a misura della sua compagna, ispirandosi alla classica rappresentazione italiana; il tutto, per dar corpo ad una vicenda d'amore ambientata nel Pavese del dopoguerra e ricostruita andando a ripescare tra le immagini del suo passato.
La trama ci racconta di Suor Ercolina Corbella che dovrebbe essere santificata in Vaticano; nel suo curriculum da «aspirante santa» figurano, però, solo due miracoli. Ecco che il cardinal Dorigo trova l'escamotage ricordando che Michelina, la mondina compaesana di suor Ercolina, tempo prima aveva invocato una santa e ottenuto il miracolo per il fratello. Cercando di ottenere un ritocco alla versione di Michelina, Dorigo decide di andare in Lomellina a parlare con la mondina. «Tra i due esplode l'amore e in un'ambientazione tipicamente d'altri tempi questi due innamorati passeggiano mentre chiacchierano». La scelta di una squadra di artisti ineccepibile e di grande professionalità e talento è stata una decisione oculata per l'allestimento di un lavoro corale. «Il regista Benvenuti ha realizzato un grande lavoro sugli attori, facendo emergere la comicità dei protagonisti e i diversi strati di poesia del testo. Grazie a Roberto Toni, che ha avuto il coraggio di investire in questa produzione, possiamo avvalerci delle reciproche doti artistiche sostenendoci a vicenda». Una perfetta simbiosi tra Maria Amelia e Michelina che, in certi momenti, è frutto del vissuto dell'attrice. «Quando interpreto un personaggio rivivo psicologicamente sezioni della mia vita; Michelina ha l'animo di una bimba di cinque anni ma anche la disperazione di una trentenne degli anni Cinquanta. Di questo passo mi auguro di riuscire a crescere e anche di invecchiare in armonia con i miei personaggi». Un'attrice che ha fatto della semplicità e della simpatia la sua forza, a dimostrazione che non occorre, al giorno d'oggi apparire come la femme fatale mediatica.


Rappresentante della tradizione del Nord Italia, la Monti ha un filo di nostalgia per la Milano di Testori, di Parenti e di Brera. «La città della Madonnina è diventata la culla della pubblicità, della moda. Edoardo Erba con le sue commedie sta compiendo un'operazione di recupero dell'anima originale della nostra città».

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