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Con la Micra C+C tutti di buon umore

Con la Micra C+C tutti di buon umore

Piero Evangelisti

Seguendo il percorso obbligatorio di ogni grande star quando si appresta a scendere sul palcoscenico, Micra C+C si è fatta a lungo desiderare prima di svelare le sue forme definitive e proporsi ai tanti automobilisti europei anelanti per l’acquisto. Sotto forma di concept-car l’avevamo infatti vista al Salone dell’auto di Parigi nell’autunno del 2002, quando ha cominciato a suscitare la voglia di possederla, concretizzatasi soltanto poche settimane fa con l'arrivo nelle Concessionarie italiane di Nissan. Ma il progetto era ambizioso per un costruttore abituato ai grandi volumi, e la Micra C+C, coupé-cabriolet, con il vezzo di quel «+» fra le due «C» che la distingue, è invece un’automobile che nasce di nicchia.
L’importanza dell’immagine, che un’auto come questa può rafforzare, ha spinto i vertici del marchio giapponese al varo del nuovo modello che ha richiesto un investimento di 150 milioni. Come la versione a tetto chiuso, la Micra C+C è stata disegnata in Europa (nel centro stile Nissan di Paddington, a Londra) e sviluppata (sempre in Inghilterra, nella base Nissan di Cransfield) per gli automobilisti europei, e il risultato, oltre che funzionale, come vedremo, è esteticamente molto riuscito, conservando una configurazione 2+2 nonostante gli ingombri molto contenuti (3,80 metri di lunghezza, 1,68 di larghezza). Non pesa, nella linea, la coda, destinata ad accogliere la capote, realizzata in cristallo, unica così fatta in questa categoria (e brevettata con il marchio C-View), che può essere aperta in 22 secondi, elettricamente e senza bisogno di attività manuali, fatta eccezione per la pressione su di un pulsante. Lo stesso tempo è richiesto per riportare la Micra C+C in versione coupé, un tempo ideale per evitare le conseguenze di improvvisi acquazzoni. Il tetto interamente realizzato in cristallo rende la nuova Nissan straordinariamente piacevole nei momenti in cui splende il sole ma il termometro non consiglia la trasformazione in cabriolet.
E la struttura, progettata e sviluppata dalla Karmann di Osnabrueck, il meglio nel settore, va a stivarsi nel bagagliaio senza sottrarre troppo spazio: Micra C+C può vantare due record di volume per i bagagli, con 457 litri quando si viaggia a tetto chiuso e 255 litri nella versione «a cielo aperto». Sessanta dipendenti tedeschi della Karmann provvedono a costruire i tettucci nella fabbrica di Sunderland in tempo utile per essere assemblati sulle scocche della C+C, una task-force mai vista prima d’ora in campo automobilistico. L’affidabilità della nuova Micra è poi assicurata da due pimpanti propulsori a benzina (per il Diesel si vedrà, anche perché in questa fascia le motorizzazioni a gasolio, date le limitate percorrenze, vengono poco richieste): un 1.4 da 88 cv e un 1.6 da 110 cv, entrambi abbondantemente dotati per spingere Micra C+C a prestazioni di eccellenza, prevedibili, del resto, visto il peso contenuto dell’auto in 1.540 chili. Onestissimo il consumo medio di circa 6,6 litri per 100 km comune a entrambe. Lineare ed essenziale è il listino prezzi, con due allestimenti, Sport e Tekna, il primo riservato alla versione da 88 cv (16.300 euro) e il secondo alla più potente C+C da 110 cv (18.750 euro), sulla quale troviamo di serie l’intelligent key, la pedaliera sportiva, i cerchi in lega scura da 16”, i sedili riscaldabili con inserti in pelle, oltre ad una dotazione standard di sicurezza condivisa con la Sport, che include servosterzo elettrico, stereo Cd con comandi al volante, Abs, Airbag frontali e laterali e proiettori anteriori con funzione «follow me home». Nissan Micra C+C viene costruita, su una linea di montaggio a lei dedicata, nella fabbrica di Sunderland, lo stabilimento automobilistico che anno dopo anno continua a essere il più produttivo d’Europa con oltre 320mila Nissan prodotte ogni anno dai 4.200 addetti.

Ma i record di produttività non trascurano il rispetto dell’ambiente, perché proprio a Sunderland Nissan ha messo in funzione 6 turbine alimentate da un parco eolico che ha richiesto un investimento di 2 milioni sterline.

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