Le mie prove «libere» sulla Ferrari California T

nostro inviato a La Bagnaia (Siena)

Prove «libere» con la Ferrari California T tra le splendide colline del Chianti. Libere per un semplice motivo, sicuramente non agonistico: quando ci si trova al volante di una «rossa» la mente si svuota. Tutte le preoccupazioni passano per qualche ora - il tempo di una guidata spensierata ma sempre attenta - in secondo piano. Magari non a tutti fa questo effetto, ma a chi scrive capita quando, una o due volte l'anno, si mette al volante di una Ferrari. È proprio così. E se alla supercar in questione è possibile togliere anche il tetto, nel senso di riporlo elettricamente nell'apposito vano, la sensazione di libertà è ancora più forte. Questa volta è la California T a farci rivivere, grazie anche alla mattinata di sole, le emozioni che solo una Ferrari può dare. Ma facciamo un passo indietro, alla sera prima, quando mi sono trovato, unico italiano, in mezzo a un gruppo di colleghi provenienti da Kuwait e Bahrein, impazienti di testare la California T e assetati di dettagli tecnici e sulle finiture di questa super sportiva. Tra i giornalisti mediorientali anche molti inglesi che lavorano nei magazine locali dedicati ai motori. «Un buon affare trasferirsi nel Bahrein - confessa uno di essi - prima di tutto per il compenso e poi per l'aspetto fiscale. In Inghilterra c'è una concorrenza esagerata...». Scontato che la cena, rigorosamente rispettosa delle abitudini di quei Paesi, abbia avuto come temi il nuovo modello della casa di Maranello, il momento no in F1 e la possibilità di ammirare da vicino l'incantevole paesaggio da cartolina che il Senese offre.
La California T ha debuttato lo scorso marzo al Salone di Ginevra e la lettera T spiega l'aggiunta di energia ai suoi 560 cavalli. La sfida era di dare qualcosa di più della California, venduta dal 2008 in oltre 10mila esemplari nel mondo. Ecco allora questa supercar proporsi, insieme a molte altre compagne di scuderia, anche per la guida di tutti i giorni e la vacanza in compagnia, magari con i bambini accomodati nei due «posti» dietro. Del resto questi sedili servono solo a questo o al massimo per riporvi un paio di borse. Per un adulto sedersi è possibile, ma è meglio evitare. Eppure, ci dicono i tecnici della Ferrari, il cliente chiede questi due posti, seppur inutili, soprattutto per una ragione estetica. Personalmente, pur non essendo cliente, ci metterei una bella panchetta in pelle.
Le prestazioni ora, tenendo presente che lungo il tracciato di prova, tra Autovelox e pattuglie della Stradale, la mia è stata quasi una passeggiata: V8 anteriore centrale da 3.855 cc, 560 cavalli potenza a 7.500 giri, coppia massima da 755 Nm a 4.750 giri, velocità di punta 316 orari, 0-100 in 3,6 secondi. Il prezzo: 189.700 euro. Gli ingegneri di Maranello hanno lavorato molto sul sound, veramente da sballo. Le sospensioni di nuova generazione, a escursione molto ridotta, tengono attaccata al suolo la macchina anche sui fondi peggiori, la sensazione è che i dossi non esistano. La seduta è da vettura sportiva e i sedili, in virtù del comfort tipico di un'ammiraglia, si prestano ad affrontare viaggi anche lunghi. Consumi di carburante ridotti del 15% ed emissioni tagliate di un buon 60% rispetto a una Ferrari del 2000.
Il tettuccio ingombra appena 100 litri dei 380 disponibili nel capiente baule, dove a tetto aperto stanno comodamente due trolley e un porta-abiti; a tetto chiuso i trolley salgono a 3. E i sedili posteriori possono essere ribaltati per offrire ulteriore carico.
Da provare la partenza sprint da fermo: si pigia l'apposito pulsante sulla console.

Piede sul freno, quindi giù sull'acceleratore e vrooooom lungo il rettilineo che porta al resort La Bagnaia. Meglio farlo guidando, da passeggero è facile sentirsi lo stomaco al posto della testa. Fine delle prove «libere».

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