Al Milan bastano 24 minuti poi spegne le luci di S. Siro

Quinto successo consecutivo contro una squadra inconsistente. Dida disoccupato, Dinho esce per precauzione: meglio pensare alla Champions

Al Milan bastano 24 minuti poi spegne le luci di S. Siro

Da Milano. Riflessione strappata al repertorio più famoso del grande Totò: il Milan, tomo tomo, cacchio cacchio, centra il suo quinto successo consecutivo e sale a quota 31. Alzi la mano chi se l'aspettava così spettacolare. Richiamato dall'eco della sua accademica esibizione, arriva allo stadio anche Silvio Berlusconi, di ritorno dalla stazione di Milano, per ammirare la parte meno attraente della serata: con Ronaldinho uscito presto per precauzione, il Milan infatti controlla durante la seconda frazione senza infierire sul rivale in grande difficoltà, sconfitto e incapace di rappresentare una qualche dignitosa reazione. Il Milan sfiora un paio di volte il bersaglio (Castellazzi frena due unghiate di Pato) e poi mantiene il controllo del gioco e del campo, secondo il più classico dettame berlusconiano. Il pubblico, poca roba intendiamoci, apprezza e ripaga con applausi. Rispetto ad altre prove precedenti, questa volta il Milan impiega 24 minuti per apparecchiare il sontuoso 3 a 0 senza poi mai correre rischio alcuno. «È il miglior Milan della stagione» scandiscono i critici. Giudizio da condividere. E lodi da distribuire ai primi 24 minuti di Ronaldinho che sono un concentrato della sua bravura al servizio dei suoi sodali. Due gli assist serviti, come cioccolatini, sulla testa di Borriello il primo, sul piede di Seedorf il secondo, prima di rientrare sotto la doccia e tenere monitorato il piccolo acciacco muscolare ai flessori della coscia destra.

Veniamo alla Samp: sembra sparita, evaporata, come una bolla di sapone. È visibilmente sotto choc, appena prende gol, dopo 1 minuto e 1 secondo, imbarca acqua. Castellazzi è l'unica diga, spariti Pazzini e Cassano. Il Milan non infierisce. Meglio così. Meglio pensare alla Champions.

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