«Milan dei mediani? Le grandi squadre non prendono gol»

nostro inviato a Milanello

Mathieu Flamini, è arrivato l’anno giusto per provare a vincere?
«Penso proprio di sì: abbiamo le qualità per vincere sia lo scudetto che la Champions. Dobbiamo continuare su questa strada e lavorare, se possibile, ancora di più».
Se dovesse scegliere: scudetto o Champions?
«La cosa migliore sarebbe tutti e due, ma è vero che per il Milan la Champions è qualcosa di speciale. Ripeto, sono sicuro che ci siano le qualità per arrivare anche allo scudetto che sarebbe comunque un traguardo importante».
È giusto dire che la svolta sia arrivata nel periodo tra le due partite contro il Real Madrid?
«Penso che in quel momento la squadra abbia trovato un suo equilibrio tra la difesa e l’attacco: abbiamo tanta qualità, l’importante è essere forti difensivamente perché poi, con gli attaccanti che abbiamo, un gol siamo sempre sicuri di farlo. Si è creato un grande spirito di sacrificio che ci aiuta durante i periodi difficili della partita. Prendiamo Ibrahimovic e Robinho: sono due giocatori di qualità che non si risparmiano mai nell’aiutare i compagni».
Merito di Allegri?
«Sicuramente lui ci ha dato tanto, è venuto con un discorso chiaro: vuole lavoro e sacrificio. Ad alto livello non ci possono più essere giocatori che attacchino e basta o giocatori che pensino solo a difendere. Allegri vuole che la squadra attacchi insieme e difenda insieme. Senza questo lavoro, in dieci contro l’Inter non avremmo vinto».
L’anno scorso il Milan è arrivato a un passo dal primato, ma non è riuscito a fare il salto di qualità. Cos’è cambiato adesso?
«A differenza della passata stagione, sappiamo esattamente cosa fare in campo e si è creata una vera idea di gioco. E una volta che si assapora il gusto della vittoria, poi non si vuole più perdere».
Lei ha cambiato tre allenatori in tre anni.
«Il primo anno, nonostante con Ancelotti abbia giocato tanto, per me è stata più che altro una stagione di transizione. L’anno scorso con l’allenatore non ci siamo capiti bene, non abbiamo mai avuto tanti rapporti e non ho mai avuto l’opportunità di far vedere le mie qualità. Questa stagione, invece, spero che sia quella giusta: ho lavorato tanto, ho imparato tanto, mi sento molto bene, sto giocando e sono molto felice».
Cosa le piace di Allegri?
«La sua idea di calcio è molto vicina alla mia: vuole un calcio offensivo, vuole che quando si perde la palla si provi subito a recuperarla senza indietreggiare. È un discorso molto simile a quello che faceva Wenger quand’ero all’Arsenal. Il mio ruolo è quello di recuperare il pallone, passarlo il più velocemente possibile agli attaccanti e inserirmi negli spazi: mi piace. In più la squadra è sempre in movimento e questa è una bella differenza rispetto al passato».
Il Milan non subisce gol da tre partite.
«Per me, per avere la possibilità di vincere qualcosa, bisogna avere la forza di non prendere gol: le grandi squadre sono quelle che prendono pochi gol».
C’è una squadra che l’ha maggiormente impressionata?
«Per il momento non sono stato sorpreso da nessuno: ho visto solo un Milan forte sia difensivamente che in attacco».
Galliani ha detto che senza Ibra e Robinho probabilmente non sareste così in alto.
«Nelle ultime partite sono stati decisivi e probabilmente senza di loro non sarebbe stata la stessa storia: sono due campioni che ci stanno aiutando tanto, mettendosi anche al servizio della squadra».
Ibrahimovic è il prototipo del leader?
«Zlatan mi piace perché è un grande giocatore che fa la differenza. In più è uno di carattere, di personalità. E questi leader, che aiutano nei momenti difficili, servono sempre».
E Ronaldinho?
«So solo che è stato ed è tutt’ora un grande campione con delle qualità incredibili: l’ho sempre visto dare il massimo durante gli allenamenti e contro l’Auxerre ha dimostrato che può ancora fare la differenza».
Il suo contratto scade nel 2012. Pensa mai al suo futuro?
«Al Milan ho imparato tanto e venendo qui ho fatto un salto di qualità, giocando con grandissimi calciatori in uno dei più grandi club del mondo. In rossonero mi sento molto bene».
Si aspetta una chiamata da Blanc?
«La mia priorità è il Milan, se poi arrivasse una convocazione in Nazionale ci andrei con piacere».


Le manca la Premier League?
«È vero che quello inglese è un grande campionato, ma la serie A sta tornando a essere un torneo di ottimo livello. E per la mia famiglia, che per metà è italiana, venire in Italia è sempre un po’ un ritorno alle origini».

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