Il Milan rischia sempre ma col Benfica riscopre Pato

Qualche piccolo passo avanti. Il Milan di Leonardo ancora non corre, inciampa spesso, fatica a costruire gioco e velocità, ma - rispetto alle amichevoli delle scorse settimane - la strada tracciata dal tecnico Leonardo sembra quella giusta. Innanzitutto il risultato: l’ultima vittoria risale ancora alla prima amichevole di Varese ma, dopo il pari contro il Boca Juniors, il Milan sembra aver esaurito l’abbonamento con sconfitte e sfortuna: Cardozo mette i brividi, Pato si accende a cinque minuti dalla fine e innesca il gol del pareggio.
L’ennesima fatica internazionale del Milan permette a Leonardo di avventurarsi in qualche nuovo esperimento. Nessuna novità nel modulo, il 4-3-3 ormai sembra destinato alla soffitta, il tecnico brasiliano rispolvera Di Gennaro come vice Ronaldinho e piazza sulle fasce Jankulovski e Abate, in costante crescita. L’idea e i propositi sono i soliti, sfruttare maggiormente il gioco sulle fasce e rifornire di cross l’ariete Borriello. I risultati, invece, latitano. Il Milan arriva per la prima volta dalle parti di Quim solamente verso la fine del primo tempo, ma Borriello cicca clamorosamente il pallone in tuffo di testa. L’ex genoano è apparso ancora in ritardo di condizione: le attenuanti ci sono tutte, arriva da un lungo infortunio che l’ha tenuto lontano dai campi l’intera stagione passata, ma alcuni errori, sia sottoporta che in fase di copertura del pallone, non sono proprio il miglior biglietto da visita per il bomber. Meglio nella ripresa, quando ci prova un paio di volte, prima da posizione defilatissima quindi dal limite, costringendo alla deviazione in angolo l’estremo difensore del Benfica. Ma è tutto l’attacco rossonero ad avere la spia della benzina accesa. Il giovanissimo Di Gennaro si mette in luce una sola volta prima che Leonardo lo richiami in panchina; Pato, arrivato di fretta e furia negli States, non azzecca un pallone, per poi accendersi improvvisamente a cinque minuti dalla fine: palla sulla sinistra, doppio passo fulminante, e cross tagliato verso il cuore dell’area che Sidney spara in spaccata nella propria porta. Ma avanti di questo passo, la Dinho-dipendenza potrebbe diventare una pericolosa malattia per i rossoneri: il brasiliano entra nella ripresa, gioca quasi sempre in un fazzoletto, ma è uno dei pochi a provare ad accendere la luce nella manovra rossonera. Leonardo ha chiesto e ottenuto Huntelaar, l’olandesone dovrà fare gli straordinari per inserirsi il prima possibile negli schemi milanisti.
E se in attacco Leonardo ha di che preoccuparsi, in difesa si segnalano piccoli miglioramenti accompagnati però dalle solite croniche disattenzioni. L’avvio di gara mette ancora i brividi ai rossoneri, così come accaduto durante la trasferta statunitense: Aimar e Saviola sguazzano sulla sinistra della difesa rossonera, dalle parti di Favalli, anche se gli affondi dei portoghesi rimbalzano sul muro eretto da Thiago Silva, uno dei migliori rossoneri. Almeno fino al gol del momentaneo vantaggio portoghese: Shaffer crossa dalla sinistra, il brasiliano salta a vuoto, Favalli si fa anticipare e Cardozo di testa batte l’incolpevole Storari.


Poi ai rigori arriva un’altra doccia fredda per il Milan: Dinho sbaglia, Thiago Silva, Zambrotta e Antonini lo imitano e l’Eusebio cup va al Benfica. In bacheca vale poco o niente, ma per il morale anche questa semplice vittoria avrebbe fatto tantissimo.

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