«Milano è una città liberale»

Incontro sull’ultimo lavoro di Egidio Sterpa. Albertini: «Guarda sempre con occhi nuovi»

«Questa è la voce di un protagonista che appartiene a una classe di eletti. Fatta di gente come Indro Montanelli o Mario Cervi». Così il sindaco Gabriele Albertini ieri mattina nella sala Alessi di Palazzo Marino per la presentazione di «Qualcosa di liberale», l’ultimo libro dato alle stampe da Egidio Sterpa («Critico sferzante e osservatore arguto»).
«Un atto di fede - spiega l’autore - nell’ideologia liberale, un atto di coerenza». Fatto non a caso a Milano. «Non importa - aggiunge - se questa città vota a destra o a sinistra. Milano è liberale nello stile di vita, nella politica, nella cultura». Parole, assicura Albertini, di «un uomo che non segue le mode e che sa guardare le cose con occhi sempre nuovi». Doti ancor più significative in un’epoca in cui «tutti si dicono liberali». «Ma - nota Mario Cervi - è come per l’invasione dei prodotti cinesi rispetto agli originali. Sterpa, invece, è un politico che concilia con i politici. Onesto, leale, pensa quello che dice e dice quello che pensa. Capace di essere eretico pur nella fedeltà allo schieramento. Certo, ha il difetto dei liberali, non spaccia illusioni, chimere, utopie. I liberali vendono solo quello che hanno. Einaudi non avrebbe sfondato il video. Il sistema delle comunicazioni di massa non è adatto al pensiero liberale che non è fatto di certezze, ma di dubbi». E, insieme a quello di Einaudi, scorrono i nomi di Giovanni Malagodi, Edgardo Sogno, Valitutti. E la testimonianza di un «non liberale». Il compagno di banco a Montecitorio. «Io - le parole del coordinatore di Fi Sandro Bondi - vengo da un’esperienza di cattolico che per anni ha militato nel partito comunista. Ma credo che lo spirito e l’attitudine critica dovrebbero valere per l’intera politica italiana. E Sterpa sa prendere atto di quanto poco di liberale ci sia nella sinistra italiana. Nessuna disposizione all’analisi e al confronto con gli avversari politici, poca comprensione del pensiero altrui. Finché non farà i conti con il proprio passato, non potrà nascere una sinistra autenticamente riformista. Questo è il passaggio necessario verso una democrazia compiuta».
Sterpa ringrazia i relatori, ricorda la sua esperienza di parlamentare liberale prima e di Fi poi, i suoi anni da ministro. Parla del suo libro come di un segnale di «coerenza, testimonianza e ringraziamento».

E conclude con un augurio, con una nuova dimostrazione della «politicità» della sua passione. «Spero che l’intelligenza degli italiani e di questa Milano porti a capire la necessità di dare consenso a una parte politica che non ha avuto il tempo di realizzare tutte le cose che voleva realizzare».

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