Cronaca locale

Milano e i suoi cambiamenti protagonisti alla Triennale

Si chiude martedì la rassegna «Frammenti Sociali. Tra racconto e rappresentazione» a cura di Aldo Bonomi e Francesco Casetti: una settimana di dibattiti, incontri, seminari sul processo di modernizzazione che sta investendo la nostra città

Si chiude martedì la rassegna «Frammenti Sociali. Tra racconto e rappresentazione» a cura di Aldo Bonomi e Francesco Casetti, ospitata alla Triennale. Dal 14 giugno il palazzo dell'Arte si è fatto teatro, divenmtando il luogo delle rappresentazioni delle dinamiche sociali che investono Milano e la sua area metropolitana, il polo maggiormente esposto ai processi di modernizzazione accelerata che stanno investendo il Paese e che qui generano il laboratorio più avanzato in termini di ricadute economiche, sociali, politiche e culturali. Con l'obiettivo di «continuare a cercare per continuare a capire» la Triennale ha promosso e organizzato una settimana dedicata alle ricadute sociali dei fenomeni di modernizzazione utilizzando due registri di racconto delle trasformazioni: quello fatto di testimonianze, esperienze, riflessioni, che hanno trovato spazio nei dibattiti e seminari della mattina e quello cinematografico-documentaristico.
Il programma degli incontri, a cura di Aldo Bonomi, ha affrontato i temi sociali legati al territorio, a partire da via Padova, uno dei luoghi più emblematici della dialettica tra flussi e luoghi che offre lo spunto per una riflessione sulla città, su quali siano i dispositivi sociali, istituzionali, politici e culturali che possano accrescere il senso di sicurezza.
Il rapporto annuale sui diritti globali sul territorio, in particolare nel Mezzogiorno, fornisce lo stimolo per una riflessione complessiva sul territorio e la sua centralità nel dibattito politico, economico e sociale del Paese. Ma territorio sognifica anche reti comunitarie orientate all'integrazione sociale dei portatori di disagio psichico. O il caso del Fondo Famiglia e Lavoro del Cardinale Tettamanzi e di come il processo di raccolta dei contributi ha assunto un carattere «popolare». Ancora il caso della Casa della Carità, fondazione che da qualche anno è impegnata sul fronte del fare società nell'area metropolitana milanese. e la città, con le sue trame e i suoi cambiamenti che diventano punto di partenza e di ispirazione per libri, romanzi, racconti.
Il secondo binario della narrazione corre sul filo della pellicola: la rassegna cinematografica, su selezione di Cinzia Masotina e Patrizia Rappazzo, vuole dimostrare come il cinema milanese, composito nei linguaggi e nelle poetiche, non ha mai spento in questi anni i riflettori sulla città. Film, documentari, docu-fiction, hanno in questi anni fotografato, raccontato, sublimato, le trasformazioni, le contraddizioni, i disagi, le speranze e le sconfitte di una città nel suo cammino incessante verso un futuro che non ammette distrazioni.
Cinema, dunque, come testimonianza permanente e democratica sulla propria città e chi ci vive, per nascita, per scelta, per disperazione. Il criterio di scelta adottato per questa particolare rassegna - la prima che riunisca così tante e diverse opere, di cui molte anteprime, di autori milanesi o lombardi - è offrire un panorama il più possibile ricco e variegato di linguaggi e temi. Opere di registi già noti e di filmmaker emergenti si alternano per offrire spunti di riflessione e punti di vista inediti sulla cronaca e sulla storia del nostro capoluogo.
Oggi al teatro agorà della Triennale dalle 10 alle 13 i cambiamenti della nostra città, raccontati da Gianni Biondillo (autore di «Tangenziali») e Luca Doninelli (che firma «Milano è una cozza») vengono affrontati e discussi con Mauro Magatti, Preside della Facoltà di Sociologia e Chiara Giaccardi, Docente di Sociologia della comunicazione di massa dell'Università Cattolica. Alle 20 è prevista la proiezione del film «Oltre il ponte. Storie di lavoro» di Sabina Bologna, documentario che racconta la metamorfosi di zona Tortona da centro di attività industriali a zona dedicata al design, alla moda, all'arte. A seguire «Opera gagia» di Antonio Bocola, docufilm che fa il punto sull'intolleranza e la paura del «diverso». Il punto di partenza: un fatto di cronaca, il trasferimento di un gruppo di rom dagli accampamenti abusivi di via Ripamonti al comune di Opera. «Giallo a Milano» di Sergio Basso invece offre una prospettiva nuova sulla comunità di Chinatown.


Martedì mattina si parla di «Milano Si-Cura» con Don Virginio Colmegna, presidente Casa della Carità, Benedetto Saraceno, direttore del Dipartimento di Salute mentale OMS e Aldo Bonomi.

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