Milano e Roma tra le città più invivibili d’Europ

Secondo lo studio pubblicato dal settimanale «Economist» solo ad Atene si sta peggio

Enrico Lagattolla

Metti il costo della vita, il traffico e l’aria inquinata, metti pure che c’è poco verde e i servizi non sono efficienti, e ti spieghi perché, secondo una classifica stilata dall’Economist Intelligence Unit (una delle principali società al mondo di analisi e statistica, che fa capo al settimanale britannico The Economist), la città di Milano sia una delle più invivibili in Europa, quasi alla pari con Roma, e meglio solo di Atene. Un bel primato, e - per fortuna - nemmeno quello.
Funziona così. Lo studio ha valutato le condizioni di vita di 127 città del mondo sulla base di 40 indicatori raggruppati in cinque categorie (stabilità, sanità, cultura e ambiente, istruzione, infrastrutture), classificandole con una percentuale che va da zero a cento (il cosiddetto «rating»). Quelle con l’indicatore più basso sono le più vivibili, quelle che vanno oltre il 20 per cento hanno problemi di vivibilità di varia natura, quelle che invece «sforano» il 50 per cento sono città in cui si vive decisamente male.
Ebbene, delle 127 città analizzate, solo 63 rientrano nella fascia dei posti vivibili, e per lo più si trovano in Europa occidentale e nell’America settentrionale. Ma in questa fascia, Milano (15 per cento) e Roma (16 per cento) occupano il fondo della classifica, superate anche da Budapest (14 per cento).
Il primato delle città vivibili risulta così appartenere a Vancouver (con appena l’1 per cento di rating), raffinata città del Canada incastonata tra lo stretto di Georgia e il fiordo di Inlet, ai piedi della Coast Mountain, una catena costiera che le si staglia alle spalle riparandola dai venti. Praticamente, meglio di una cartolina.
Seguono Melbourne (Australia), Vienna (Austria) e Ginevra (Svizzera) con il 2 per cento, Perth, Adelaide, Sydney (Australia), Zurigo (Svizzera), Toronto e Calgary (Canada) con il 3 per cento. Fanalini di coda, invece, sono Port Moresby in Papua Nuova Guinea e Algeri, entrambe con il 66 per cento. Un po’ meglio Dacca, la capitale del Bangladesh, con il 61 per cento.
«Non ci sono praticamente problemi in Canada e ancora meno a Vancouver», ha spiegato Jon Copestake, direttore dell’Economist Intelligence Unit. «Tenuto conto dell’attuale clima politico globale, non sorprende che i posti più desiderabili siano quelli che presentano, tra l’altro, una percezione di minore minaccia terroristica».
Tutto vero, e anche di più. Non è un caso, infatti, che Copestake abbia specificato quel «tra l’altro». Perché a Vancouver il clima è mite in inverno e soleggiato ma fresco in estate. Perché la località sciistica di Whistler è a pochi minuti di macchina dal centro.

E, c’è da giurarci, per la sua università. Famosa per la qualità dell’insegnamento, certo, ma anche per quella spiaggia privata riservata agli studenti, e aperta ai nudisti. Alla voce «istruzione», quelli dell’Economist devono aver registrato un’eccellenza...

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