A Milano esplode la rivolta dei vigili urbani: "Ci mandano in piazza a prendere degli sputi"

Le nuove disposizioni del Comune per l'ordine pubblico spiazzano i "ghisa". In piazza con il compito di cercfare il dialogo a ogni costo anche con i violenti. Il disagio nella categoria è sempre maggiore: "Siamo in prima linea senza difese"

A Milano esplode la rivolta dei vigili urbani: 
"Ci mandano in piazza a prendere degli sputi"

«Una percentuale di rischio fa parte inevitabilmente del lavoro di ogni forza di polizia», dice Silvio Scotti, vicecomandante della polizia locale di Milano. «E peraltro quella notte alle Colonne di San Lorenzo io c’ero e posso garantire che non è accaduto nulla di trascendentale. Qualcuno ha alzato un po’ la voce, tutto qui». Ma, ad una settimana dal movimentato faccia a faccia tra i ghisa e il polo della movida, è sempre più chiaro che la svolta voluta dalla giunta Pisapia in tema di sicurezza cittadina sta mettendo i vigili urbani in una situazione inedita e tutt’altro che facile. Fino al maggio scorso erano il braccio operativo della linea dura voluta dal vicesindaco Riccardo De Corato: ordinanze, coprifuoco veri e presunti, insomma tolleranza zero (o quasi) verso i disturbatori della quiete pubblica. Poi in maggio Giuliano Pisapia vince le elezioni promettendo, tra l’altro, il diritto al divertimento notturno. Il popolo della movida interpreta la svolta in modo un po’ estensivo, e al grido di «Con Pisapia c’è l’anarchia» comincia a farne di tutti i colori. E ad andarci di mezzo sono loro, i vigili urbani, spediti in prima linea ma con il divieto di usare le maniere forti.
Qualche giorno fa, da ambienti interni alla polizia locale, era uscita una indiscrezione precisa: i vertici sono divisi, tra il comandante Tullio Mastrangelo e il suo vice Silvio Scotti non c’è più feeling, a Scotti hanno tolto persino l’ufficio per darlo all’assessore Marco Granelli, poi Scotti ha peggiorato la situazione andando alle Colonne di San Lorenzo a fare la voce grossa con i contestatori, mettendo a rischio l’incolumità propria e dei vigili che erano con lui. Scotti - 52 anni, già comandante della polizia locale di Brugherio, Cernusco e Monza, da ottobre a Milano - si arrabbia moltissimo e ieri convoca il Giornale a piazza Beccaria per spiegare che lui e Mastrangelo vanno d’amore e d’accordo, che il suo nuovo ufficio è ancora più bello di quello vecchio, e che alle Colonne di San Lorenzo lui non è stato nemmeno sfiorato e che in fondo non è successo quasi nulla. «Noi eravamo lì per consentire ai mezzi dell’Amsa di ripulire la piazza e così è stato, tant’è vero che alle 3 e 10 era tutto pulito».
Ma per capire che il disagio tra i vigili sia forte basta andare a leggere i comunicati diramati, poco dopo i tafferugli alle Colonne, dai sindacati principali dei ghisa, il Sulpm e la Cisl. E se questo non bastasse ecco il racconto autografo di uno dei vigili che erano davanti a San Lorenzo venerdì scorso: «Quando alle due abbiamo iniziato a chiedere a questi ragazzi di alzarsi e far ripulire l'area con la promessa di farli riposizionare al termine del lavaggio è iniziato il caos. Un extracomunitario ha iniziato ad inveire contro Scotti e siamo stati costretti a proteggerlo creando un cordone di sicurezza, inoltre gli ispettori Amsa volevano rinunciare alle operazioni di pulizia e il rischio di colluttazione fisica e di lancio di oggetti (fra cui bottiglie di birra) era molto elevato! Abbiamo chiesto l'intervento in emergenza e sono arrivate altre nostre pattuglie, polizia e carabinieri neanche l'ombra! Io so solo che non si lavora in sicurezza, prima o poi ci scappa o il morto o il ferito grave! Secondo te vale la pena avere così tanta paura per 50 o 60 euro in più in busta paga?».
Tra la base dei vigili, insomma, il nuovo corso voluto dal sindaco Pisapia e dall’assessore alla sicurezza Granelli lascia un po’ perplessi. Anche perché, se si tratta di andare in piazza a farsi prendere a insulti e sassate senza reagire, servirebbe un minimo di attrezzatura da ordine pubblico, come i caschi e gli scudi in dotazione a carabinieri e polizia, di cui per adesso la polizia locale è sfornita: «E d’altronde - come dice lo stesso vicecomandante Scotti - è la legge a stabilire che l’ordine pubblico non è di nostra competenza».

Nessuno, tra i tremila ghisa milanesi, mette in discussione la nobiltà della linea del dialogo. Ma come si fa se dall’altra parte invece di dialogare ti tirano la birra in faccia, come è toccato persino all’assessore Granelli?

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