Milano - "La polizia ha una cultura deviata delle indagini perchè
pensa che identificare una persona che partecipa a una manifestazione
consenta, poi, di attribuirle tutti i reati commessi nell’ambito della stessa
manifestazione". A sottolinearlo il sostituto procuratore generale della
Cassazione Alfredo Montagna nella sua requisitoria innanzi alla prima
sezione penale della Cassazione nell’ambito dell’udienza per gli scontri
avvenuti a Milano, l’11 marzo 2006 a corso Buenos Aires, durante una
manifestazione antifascista non autorizzata promossa dalla sinistra
radicale dei centri sociali e degli autonomi per protestare contro un raduno
della formazione di estrema destra "Forza Nuova".
"Quello affermato per la Diaz deve valere anche per i cittadini" "La Giustizia deve essere amministrata - ha
proseguito Montagna - con equità e non con due pesi e due misure: quel
che è stato affermato per i poliziotti della Diaz, nel processo di Genova,
deve valere anche per il cittadino qualunque e non solo per i colletti
bianchi. Se è vero, come è vero nel nostro ordinamento che è personale il
principio della responsabilità penale, questo deve valere per tutti mentre ho
l’impressione che nel nostro Paese oggi, si stia allargando la tendenza ad
una minor tutela dei soggetti più deboli, come possono essere i ragazzi un
pò scapestrati". Montagna ha aggiunto che "non può passare, alla pubblica opinione, un
messaggio sbagliato per cui sui fatti della Diaz i giudici decidono in maniera
differente rispetto a quando si trovano a giudicare episodi come quelli di corso Buenos Aires".
Devastazione e saccheggiamento: non ci sono le prove Per i fatti avvenuti a Milano, Montagna ha chiesto la conferma delle
condanne solo per la resistenza aggravata a pubblico ufficiale -
contestazione ammessa dagli stessi difensori degli imputati - mentre ha
ritenuto non provate le accuse di devastazione e saccheggiamento in
quanto le fotografie scattate dalla polizia ritrarrebbero i giovani identificati a
volto scoperto solo mentre stanno dietro la barricata di corso Buenos
Aires e mai mentre compiono un’azione di devastazione.
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