A Milano il segretario si schiera col Pdl, l’Udc lo silura

MilanoChiamiamola politica dei due forni, destra o sinistra poco importa pur di addentare il pane. O più banalmente opportunismo, come sibilano a denti stretti alleati traditi e candidati sballottati dal Pdl al Pd e ritorno. Le alleanze dell’Udc confondono il partito e gli elettori prima ancora che le acque. Così tira aria di ammutinamento.
A Milano il segretario cittadino dell’Udc, Luca Ruffino, è stato commissariato seduta stante appena ha annunciato di aver fatto stampare quindicimila manifesti in sostegno di Guido Podestà, candidato del Pdl. «Udc. Luca Ruffino, uomo di coerenza, vota Podestà» lo slogan che gli è costato l’incarico. A Torino Emanuele Filiberto di Savoia, candidato principe dell’Udc alle europee, si schiera con il Pdl al ballottaggio per la Provincia, nonostante il suo partito abbia deciso di legarsi al Pd. E, fuori dai confini sabaudi, sostiene a Milano Guido Podestà.
A complicare la vicenda milanese, la «libertà di voto» concessa dall’Udc ai suoi elettori insieme a un apprezzamento ufficiale per l’operato di Letizia Moratti e Formigoni (dove l’Udc è in giunta con due suoi uomini). «Un’indicazione indiretta» per il Pdl, l’aveva definita a caldo il segretario lombardo dell’Udc, Luigi Baruffi. Ma il segretario, Lorenzo Cesa, ha voluto richiamare all’ordine Ruffino, che protesta: «Era una bugia che il voto fosse libero».
Libertà sì, ma fino a un certo punto. «Niente personalismi e fughe in avanti» l’indicazione che arriva da Roma, mentre Cesa discetta di un partito unico con «democratici cristiani ma anche riformisti e liberali che vogliono rimettere al centro della politica il bene comune».
Insorgono i candidati del Pdl. Guido Podestà accusa l’Udc di tradire i suoi elettori. «Evidentemente Lorenzo Cesa ha un concetto di libertà molto limitato» attacca il candidato del centrodestra alla presidenza della Provincia di Milano, sorpreso dalla decisione di sollevare dall’incarico il segretario milanese. «Ruffino - spiega Podestà - ha esplicitato quello che la stragrande maggioranza degli iscritti e degli elettori dell’Udc pensa. Se questa è libertà, si spiega perché vogliono appoggiare Filippo Penati, l’uomo del centrosinistra appoggiato dal portavoce del Leoncavallo Daniele Farina e da Francesco Storace, persone che non hanno idea di che cosa sia la libertà». E in Piemonte Enzo Ghigo, coordinatore regionale del Pdl, prende carta e penna per scrivere agli elettori di Casini: «Il vostro cuore, ne siamo certi, non batte a sinistra».
Ma lo sbandamento regna anche nel Pd.

Se ne fa interprete Massimo D’Alema, confuso dalla decisione dell’Udc di apparentarsi con il Pdl a Crotone e Cosenza: «Mi sembra una scelta contraddittoria e sorprendente». Il punto di osservazione è diverso, ma il panorama sembra lo stesso.

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