Era dalle Olimpiadi di Roma che l'Italia delle sedici corde non ospitava un evento mondiale. Questa volta toccherà a Milano, scelta dai vertici dell'Aiba (federazione internazionale della boxe dilettantistica) quale sede dei Mondiali del 2009. «Un miracolo» è la sintesi dell'assessore regionale Prosperini, grande appassionato di boxe, intervenuto mercoledì alla festa presso il Castello Sforzesco promossa dal Comitato organizzatore dei Mondiali meneghini per festeggiare il duplice trionfo: da un lato Cammarelle, Russo, Valentino e Picardi, gli eroi della nostra boxe «in caschetto e canottiera»; dall'altro gli artefici della vittoriosa nella corsa all'assegnamento del prossimo torneo iridato.
Un successo maturato grazie al concreto appoggio delle istituzioni, convinte fin dall'inizio della validità del progetto: tutte le autorità, dal ministro Melandri, fino all'assessore Terzi, passando per il già citato Prosperini, hanno sempre garantito il loro sostegno all'ambiziosa idea. Consensi che hanno svolto un ruolo chiave nella vittoria finale sull'altra candidatura, quella di Pusan, distretto industriale della Corea del Sud. A ricordarlo è lo stesso Ho Kim, delegato ufficiale Aiba, che ha illustrato il progetto innovativo che la federazione internazionale ha in cantiere: «Nel 2009 la sigla che rappresento ha intenzione di lanciare una nuova lega. Si tratterà sempre di una competizione nella quale gareggeranno solo atleti dilettanti, ma che verrà gestita come quelle dei professionisti».
Novità interessante nel panorama pugilistico mondiale, che nel 2009 avrà per due settimane (dal 26 agosto al 6 settembre) Milano come capitale del dilettantismo. Un evento la cui portata complessiva viene evidenziata dal presidente della Federpugilato Falcinelli: «Milano è una piazza di grandi tradizioni per la boxe italiana, fin dai tempi di Duillio Loi (i 66.000 spettatori della sua sfida mondiale nel 1960 sono ancora un record imbattuto nel nostro Paese) Mazzinghi e Benvenuti, per arrivare ai più recenti successi di Loris Stecca e Giovanni Parisi. Mi auguro che questo evento possa dare nuovo vigore al pugilato italiano».
Gli fa eco un raggiante Prosperini, ricordando come i Mondiali di Milano, dove la stessa Federazione Italiana venne fondata quasi un secolo fa (1908), offrano «un'occasione imperdibile per rilanciare l'immagine di uno sport troppo spesso vittima di pregiudizi e incomprensioni ma che, invece, è una nobile disciplina che insegna il rispetto per il prossimo e il valore del sacrificio. Il pugilato non è violenza».
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