Giulia Guerri
Milano - «Cerco lavoro». Il cartello di Svetlana è diverso rispetto a quello delle altre: la scritta è stata ritoccata con un pennarello rosso e blu e la si vede bene anche da lontano. Appena usciti dal parcheggio sotterraneo di Cascina Gobba, una delle ultime stazioni della linea 2 della metropolitana milanese.
Benvenuti al «mercato nero», dove ogni sabato e domenica le donne ucraine, moldave e russe si offrono come badanti, baby sitter o colf. Benvenuti nel posto dove con poche decine di euro è possibile portarsi a casa una collaboratrice domestica. Come Natasha, Olga, Dusian, Nina, Dorotea, Svetlana disposte a lavorare anche a cottimo, per una sola giornata. Stanno lì in piedi, una in fila all’altra o in gruppetti di sei, sette persone, a pochi metri dall’ingresso dell’altro mercato, quello vero dove la gente dell’Est viene tutte le settimane per spedire pacchi e denaro ai parenti o comprare cibo e vestiti. Ciascuna con il proprio foglietto «Cerco lavoro» puntato sul maglione o stretto in una mano e nell’altra un taccuino pieno zeppo di numeri di telefono, indirizzi, nomi alcuni italiani e altri in caratteri cirillici. Signore di mezza età, vestite con gli abiti buoni della festa, la borsetta sottobraccio e un sacchetto di plastica con il pranzo e qualche rivista.
Basta avvicinarsi ad una di loro, spiegare quello che ti serve e inizia la trattativa. Mille euro al mese per una badante fissa, giorno e notte. Sabato pomeriggio e domenica fino alle 20, riposo. Se ne hai bisogno di due, puoi contrattare e arrivi ad 800 euro l'una. Per una colf invece chiedono otto euro all’ora. In nero - come sono ancora molte di loro - altrimenti sei. «Se non sei in regola devi pagare i contributi e costa di più. Ma se ti servono con documenti, te le cerchiamo», ti assicurano quando ne chiedi una con il permesso di soggiorno. Fanno di tutto: pulizie, mangiare, assistenza. Sono pronte a seguirti subito per vedere il posto dove andranno a stare e se non puoi offrire altro, accettano di lavorare anche per poche ore. Poi, torneranno di nuovo al mercato il prossimo sabato per trovare qualcosa di meglio.
«Ci conosciamo tutte - raccontano - e ci aiutiamo tra di noi. Se hai bisogno di una persona, posso chiamare un’amica o cerco mia sorella o mia nipote». Funziona tutto per passaparola - spiegano - e non solo tra connazionali. Da loro, arrivano anche italiani che cercano badanti, colf o baby-sitter. Se non ti fidi, ti danno anche il numero di telefono per le referenze. «Eccolo, chiama quando vuoi. Puoi chiedere come ho lavorato», dicono mentre mostrano il cellulare con un nome italiano. Oppure ti consigliano di andare in centro, ai giardini, lì di ragazze ne trovi quante ne vuoi.
Al parco Solari, ad esempio: dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 16, vicino ai giochi dei bambini. Qui puoi scegliere tra ucraine e moldave, ciascun gruppo ha una propria panchina di riferimento. Si incontrano nella pausa dal lavoro e ne cercano di nuovo. «Cosa ti serve? Badante per genitori? Carrozzella o no?». Le tariffe sono più alte però: per avere una persona giorno e notte si pagano 1.200 euro al mese, e se poi gli anziani da assistere non sono autosufficienti si può anche salire con il prezzo.
Al parco Sempione, invece, a due passi da piazza Castello e dal Duomo, il momento migliore per trovarle è la domenica pomeriggio. Le donne arrivano verso le 14 con le borse piene di cibo che hanno preso al mercato di Cascina Gobba qualche ora prima, si siedono a due a due sulle panchine. O in gruppo sui prati. Stendono una tovaglia e iniziano a mangiare e a bere. Sono quasi tutte ucraine, parlano, ridono, guardano le fotografie dei loro figli scattate con il telefono l'ultima volta che sono tornate a casa. Anche qui la trafila è sempre la stessa: prima ti chiedono cosa stai cercando e poi ti dicono di fare un’offerta. «Per due persone vanno bene anche mille euro, in nero. No documenti - dice Alina - però. Ma le nostre ragazze sono tutte brave e gentili con gli anziani». Sono cinque anni che vive a Milano, da poco è stata messa in regola. Fino a qualche tempo fa, assisteva un signore appena fuori città: giorno e notte. Ma adesso sta di nuovo cercando perché è rimasta senza lavoro. E se avessi bisogno anche di una seconda persona? «Non preoccuparti. Io ti porto ragazza.
Chiama stasera alle sette». Le chiedo se devo pagarla visto che mi procura un’altra persona. «No, no. Niente. Noi siamo brava gente», risponde mentre scrive i suoi recapiti su un foglietto. «Alina, età 46, Ucraina. Cerco lavoro».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.