Milano in viaggio sulle Tracce di Baudelaire

Pensata per i giovani, dà informazioni su locali, centri sociali, negozi curiosi

Ferruccio Gattuso

Sta in una tasca di jeans. Si piega quel tanto per essere comoda. E poi è piena zeppa di testo e nessuna, dicasi nessuna, immagine. A parte le piantine, che sono necessarie per spostarsi e capire dove si è. Insomma, in un’epoca in cui la forma batte il contenuto più o meno come il Brasile in un incontro con la Pro Sesto, il Touring Club va controcorrente e ricorda ai propri fedeli lettori che ad interessare il turista perfetto deve essere la sostanza.
Sono le cosiddette guide gialle» della collana «Tracce», che al quartier generale del Touring sperano presto diventare celebri e necessarie come le mitiche «guide rosse» di inizio ’900 e le più recenti «guide verdi» degli anni ’70. Quattro numeri per questa estate, sette per l’anno a venire: con il primo caldo, gli italiani possono abbeverarsi alle guide di Roma, Sicilia, Umbria e, scelta tutt’altro che casuale, Milano. Proprio così: il Touring, potendo scegliere luoghi, storie ed eventi dalle Alpi alla profondo Sud, ai nastri di partenza piazza la nostra città. E questo, diciamolo, dovrebbe far riflettere coloro i quali (nel numero ci sono anche tanti milanesi) sostengono che, dopotutto, a Milano non c’è molto da vedere, «e poi vuoi mettere Firenze, Roma e Venezia».
«La guida gialla Milano vuole svolgere - come spiega la coordinatrice editoriale del progetto Cristiana Baietta - «lo stesso ruolo che hanno quegli amici di altre città, pronti a portarci dentro la vita metropolitana». E quindi cultura, ma non solo: la collana Tracce è fatta su misura per il turista italiano, che non chiede solo tour de force nei musei, ma anche la scoperta dei locali, il dettaglio inconsueto, qualche pista meno battuta, un aneddoto curioso. «Guide studiate su misura sui giovani - spiega Baietta. - Serviva uno svecchiamento della nostra politica sul turismo: la cultura resta centrale, ma c'è anche un taglio più edonista. A me piace vederla come la guida per il flaneur di Baudelaire». Da intendersi come un viaggiatore un po’ dandy e senza troppi sensi di colpa, nel caso non vedesse anche l’ultimo reperto archeologico.
Per la guida Milano e per tutte le altre «sorelle», il Touring prevede un aggiornamento continuo delle informazioni scaricabili dal sito www.touringclub.com/tracce, al cui indirizzo sarà presente anche un blog dove i turisti possono dire la loro e contribuire a offrire novità, da inserire nelle edizioni successive, previste a cadenza biennale. Insomma, un progetto studiato con tutti i crismi, come si può vedere dalla guida meneghina, suddivisa in tre parti fondamentali: la preparazione del viaggio, i luoghi dove dormire e mangiare, e tredici itinerari per «vivere Milano». Non solo Duomo, Cenacolo e Castello Sforzesco quindi, ma anche, come si legge a pagina 276, dove si trova il miglior cioccolato in città o (strizzatina d'occhio «alternativa») quali sono i centri sociali principali milanesi, a cominciare dal «Leonka». E poi, come spiega lo scrittore Adriano Bon, tra i principali artefici della guida, numerosi aneddoti affascinanti sulla città, dall’autore sadicamente solo accennati e rimandati alla lettura approfondita: «Pochi sanno che in un palazzo pubblico di Milano c'è un soffitto mirabilmente affrescato dal Tiepolo, che lo scrittore americano Mark Twain fece una cronaca estasiata del Duomo e che Herman Melville, l’autore di Moby Dick, alla nostra cattedrale dedicò una poesia.

Chi sa perché via Manzoni si chiamava Corsia del Giardino? Chi sa la storia del misterioso assassinio della moglie di Tommaso Marino, il primo proprietario del palazzo del sindaco?». Nella guida gialla, anche un tocco di giallo.

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