Addio promesse, il San Raffaele licenzia

Non si sa ancora quando, come e in che misura ma parte del personale del San Raffaele verrà lasciato a casa. I sindacati sono già sul piede di guerra e si sentono traditi.
Meno di tre mesi fa il nuovo patron dell'ospedale, «sua sanità» Giuseppe Rotelli, a capo del gruppo ospedaliero San Donato, aveva fatto una duplice promessa di fronte a medici, infermieri e dipendenti. Uno: l'intenzione di annunciare il pareggio di bilancio entro la fine del 2012. Due: valorizzare ogni singola professionalità dell'istituto. Oggi, non solo quei due traguardi sembrano lontani, ma la direzione imboccata pare sia tutt'altra. Innanzitutto perché da gennaio a maggio il San Raffaele ha già accumulato una perdita di 21 milioni di euro e poi perché il cda ha annunciato una riduzione del personale inevitabile a causa della situazione economica. I debiti sono insostenibili (nel 2011 il buco di bilancio ammonta a 65 milioni) e bisogna intervenire sull'organico.
I sindacati, che a giugno avevano già scioperato, oppongono un fermo no. «Una follia, una provocazione» commentano leggendo la lettera ricevuta l'altro giorno dai membri del consiglio di amministrazione. «Si tratta di tagli insostenibili, non è possibile ridurre il personale senza compromettere drammaticamente i livelli di assistenza».
Venerdì cda e rappresentanti sindacali si incontreranno in una prima riunione per cercare un accordo ma fin da adesso si preannuncia un muro contro muro. «Non rimarremo seduti al tavolo a lungo» annuncia Angelo Mulé, Uil sanità, coordinatore della Rsu. «Stiamo decidendo il da farsi ma pensiamo a una mobilitazione generale». «Tutto ciò è inaccettabile» incalza Margherita Napoletano (Usb) che fa notare: «Applicando gli accordi, compreso il protocollo di relazione sindacale, nel mese di agosto il confronto sindacale dovrebbe essere sospeso».
I guai non sono finiti per il San Raffaele dopo l'annus horribilis. Prima la bufera giudiziaria, la bancarotta, il suicidio dell'ex vice presidente Mario Cal e la morte del fondatore Don Verzé. Ora un debito che continua a crescere nonostante i nuovi capitali portati da Rotelli e nonostante il piano di salvataggio messo a punto dal nuovo cda. «Sono già state messe in opera ampie e incisive azioni di contenimento dei costi negli acquisti di beni e servizi - spiegano i consiglieri di amministrazione - ma servono altri interventi tempestivi volti a mettere in sicurezza l'azienda».
La tensione è parecchia in via Olgettina anche perché, fa notare Mulé, «i toni della lettera del cda ci portano a pensare che i tagli saranno parecchi».
I sindacati chiamano in causa anche la Regione Lombardia. Alla quale, nei giorni più disperati della crisi di un anno fa, avevano già chiesto un intervento per «assorbire» il polo di via Olgettina. La proposta ricalca l'esempio di quanto fatto dalla Regione Piemonte nel 2004 con l'ente ospedaliero Ordine Mauriziano di Torino. «Il San Raffaele - sostengono i sindacati - è comunque un patrimonio pubblico e tale deve rimanere.

Un anno fa la Regione non ci ha voluto acquisire ma ora rischia di doverci mettere comunque dei soldi pubblici». Per ora tuttavia non si parla ancora di cifre e scadenze. Prima bisogna capire di che portata saranno le riduzioni del personale.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica