Cronaca locale

Aggressione a picconate, la difesa punta sull'infermità mentale per salvare Kabobo dalla cella

Se riconosciuto incapace di intendere e volere, sarà assolto e non finirà in carcere. La difesa: "I suoi problemi sono evidenti". Ma la Lega: "Marcisca in galera"

Aggressione a picconate, la difesa punta sull'infermità mentale per salvare Kabobo dalla cella

Avranno novanta giorni di tempo, a partire dal prossimo 10 giugno, i periti medico-legali nominati dal gip di Milano Andrea Ghinetti per effettuare la perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e di volere di Mada Kabobo, il ghanese di 31 anni che lo scorso 11 maggio aggredì a colpi di piccone alcuni passanti, uccidendone tre. La relazione dello psichiatra Ambrogio Pennati e della criminologa Isabella Merzagora, entrambi nominati oggi dal gip, dovrebbe essere pronta per settembre prossimo. "Kabobo è uno schifoso assassino che deve marcire in galere - ha commentato il vicesegretario della Lega, Matteo Salvini - non è un matto come qualcuno vuole farlo passare".

Il gip, che ha accolto la richiesta di perizia formulata dal pm di Milano Isidoro Palma, ha anche richiesto l’ausilio di un mediatore culturale per seguire i lavori degli esperti, perché serve soprattutto una persona, ancora da reperire, che sappia parlare il dialetto ghanese di Kabobo, perché l’uomo parla molto male l’inglese. Il pm non ha nominato propri consulenti per gli accertamenti, mentre i difensori del ghanese, gli avvocati Francesca Colasuonno e Benedetto Ciccarone, si sono affidati, come consulente di parte, a Edoardo Re, psichiatra, ex direttore del dipartimento di psichiatria del Niguarda e che segue da anni anche i temi e i problemi dell’immigrazione. La perizia verrà effettuata con la formula dell’incidente probatorio, per cristalizzare la prova in vista del processo, ed è "finalizzata" all’accertamento della "capacità dell’ indagato di partecipare coscientemente al procedimento", all’"accertamento della capacità dell’indagato di intendere e di volere al momento del fatto" e alla sua "pericolosità sociale". La richiesta di perizia era stata avanzata dal pm tenuto conto del fatto che dalle "dichiarazioni rese dall’ indagato in sede di interrogatorio di convalida dell’arresto, nonché dalla documentazione medica trasmessa dalla Casa Circondariale di Milano"- Kabobo è detenuto nel carcere di San Vittore, nel reparto psichiatrico - "emergono segni inequivocabili di una situazione di infermità mentale riguardante l’indagato, tale da minarne la sua cosciente partecipazione al processo e la sua capacità di comprendere il disvalore degli atti compiuti".

L’accertamento psichiatrico è un passaggio "centrale" per il destino giudiziario di Kabobo: se, infatti, al termine del processo, e sulla base della perizia, venisse riconosciuto incapace di intendere e volere al momento del fatto verrebbe assolto e non finirebbe in carcere, ma in un ospedale psichiatrico giudiziario. "È una persona con problemi evidenti, che ha una comunicazione elementare - hanno spiegato gli avvocati Francesca Colasuonno e Benedetto Ciccarone - è analfabeta, non parla molto, ascolta e risponde a monosillabi". Il padre di Daniele Carella, ucciso a 21 anni a colpi di piccone lo scorso 11 maggio, ha nominato come consulente di parte per la perizia psichiatrica disposta dal gip sul ghanese il criminologo Massimo Picozzi.

"Ieri hanno condannato cinque tifosi della Pro Patria alla reclusione perché hanno fatto un 'bu' - ha commentato Salvini - se c’è la galera per loro, non ci deve essere per Kabobo?".

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