Quattordici anni a lui, quattordici anni a lei. Quando vuole, la giustizia sa andare dannatamente in fretta, anche quando le tocca viaggiare tra i meandri delle relazioni umane, farsi largo nel labirinto della testa di ragazzi cresciuti troppo poco e troppo in fretta, nella civiltà che ha sdoganato il sesso estremo e che ne ha fatto un ingrediente quasi normale dei rapporti di coppia, precari o stabili che siano. Cinque mesi e mezzo fa, la sera del 28 dicembre, Alex Boettcher e Martina Levato sfigurarono per sempre Pietro Barbini, giovane e affascinante rampollo della Milano bene: Martina, aiutata da un complice, gli tirò in faccia e sul corpo - spietata, a più riprese - fiotti devastanti di acido muriatico. Boettcher era lì, armato di mazzuola, pronto a intervenire. Il progetto era chiaro, e quasi lucido nella sua psicosi: lavare con l'acido le colpe di Barbini, che da ragazzo era stato un filarino di Martina e che ebbe la colpa di ricascarci in un pomeriggio di petting spinto, e da li in poi di farsi risucchiare in un triangolo di perversioni compiute e raccontate, sesso praticato a fini di Whatsapp.
Prima di Barbini, era toccato ad altri subire gli autodafé di questa coppia così diseguale nell'avvenenza, nei soldi, nello charme sociale: se ne parlerà in un altro processo, il 6 luglio. Oggi Barbini e Levato incamerano una condanna di inusitata durezza, per un reato di lesioni personali che aggravante su aggravante (i futili motivi e la premeditazione, mentre è stata esclusa la crudeltà) il pm e poi i giudici approdano a punire piu duramente di molti casi di omicidio. Invano, fino all'ultimo, Martina ha cercato in tutti i modi di prendere le colpe su di sè, scagionando Alex e chiedendo perdono alla vittima; e invano i suoi legali hanno cercato di portare a casa almeno lo sconto della seminfermità mentale, che pure spesso trapela dai passaggi della perizia psichiatrica.
E invano gli avvocati dei due imputati hanno cercato di ribaltare parte della colpa sulla vittima, sul povero Barbini, che stando al gioco della coppia, diventando parte attiva del vortice di messaggini a luce rossa, "mancando di rispetto" a Martina avrebbe contribuito a creare il clima e a innescare la reazione. Se Pietro aveva delle colpe, dice la sentenza di oggi, le ha già pagate nel peggiore dei modi, che resterà impresso per sempre sul suo corpo e sulla sua anima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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